“Rapporto orso 2016”, anche i lupi sotto la lente d’ingrandimento

Piccoli di orso bruno
“Vogliamo rendere evidente il valore estrinseco di questa meravigliosa presenza, limitandone però al massimo i disagi per chi si trova a doverci convivere”. Le parole dell’assessore Michele Dallapiccola hanno aperto, nella serata di martedì 7 febbraio la presentazione del “Rapporto orso 2016”, che quest’anno ha raggiunto la decima edizione e che, dal prossimo, si chiamerà “Grandi carnivori”.

I dati presentati durante l’affollata conferenza stampa ospitata al Muse, ci dicono che la popolazione di orsi bruni in Trentino è sostanzialmente stabile e si attesta attorno ai cinquanta-sessanta esemplari. In particolare a fine anno erano sicuramente presenti sul territorio provinciale 38 orsi tra adulti (22) e giovani (16), cuccioli dunque esclusi. Sempre nel corso del 2016, si sono registrate tra le 6 e le 11 nuove cucciolate, che produce una “forbice” di 11-18 cuccioli.

Considerando come possibile la presenza anche di un massimo di 10 individui non rilevati geneticamente nel solo ultimo anno la stima della popolazione complessiva è dunque definita per il 2016 in un range che va da 49 a 66 esemplari. Quattro invece gli esemplari rinvenuti morti, fra cui i due plantigradi deceduti per avvelenamento in valle di Non in primavera ed in autunno.

La presenza dell’orso ha interessato esclusivamente il Trentino occidentale, con particolare riferimento al massiccio del Brenta ed ai gruppi montuosi Paganella-Gazza, Bondone-Stivo; i dati raccolti confermano un aumento della presenza del plantigrado nella zona sud occidentale – Giudicarie Esteriori e valle di Ledro – mentre scarsamente frequentate sono la valle di Non e la media-alta val di Sole.

Il numero di danni registrato è sostanzialmente in linea con quello degli ultimi anni (73 mila euro liquidati), mentre continua lo sforzo per prevenirli, anche attraverso nuovi strumenti come i fondi dedicati alle misure di prevenzione nell’ambito dell’ultimo Piano di Sviluppo Rurale.

Si sono registrati, infine, tre falsi attacchi da parte dell’orso verso l’uomo, nei pressi del Monte Soprassasso (Cadine), in località Pian dei Vignoi (Monte Bondone ) e a Caldes, in località Sasso Magno. “Il 2016 è stata un’annata piuttosto tranquilla”, ha detto Claudio Groff ricordando la grandissima mole di lavoro e le ramificate sinergie necessarie alla realizzazione del Rapporto. “Ma se la capacità ecologica è lontana dall’essere raggiunta, quella sociale è vicina. Se vogliamo continuare a investire nel rapporto uomo-orso la chiave è informare, informare e ancora informare”.

Ha parlato, invece, di “un anno di svolta”, Luca Pedrotti, intervenuto ad illustrare la situazione del lupo, che in Trentino è tornato nel 2009. La sua presenza è in aumento, da noi così come nel resto delle Alpi, anche se gli esemplari presenti sono ancora complessivamente poco numerosi e sparsi sul territorio. Ad oggi si registrano il branco che si è insediato nella Lessinia dal 2013, tra la provincia di Verona e il Trentino, una nuova coppia che si è formata nel corso del 2016 in alta Val di Non ed alcuni singoli animali la cui presenza ha interessato nel corso del 2016, non è ancora dato sapere se solo provvisoriamente, sia la porzione orientale della provincia che quella occidentale.

“Ci confrontiamo con dinamiche di dispersione molto forti, veloci”, ha detto Pedrotti “Dobbiamo continuamente rincorrere l’evoluzione della popolazione di questa specie resiliente, che bene si adatta ai mutamenti del territorio”. Nel futuro prossimo, la coesistenza con il lupo dovrà perciò passare attraverso sforzi volti “alla conservazione e alla mitigazione dei conflitti, assicurando dignità a chi vive il territorio e la montagna”.

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