Don Giorgio Cristofolini, il “prete in miniera”

Diresse pper quasi trent’anni il nuovo settimanale diocesano in lingua italiana, “Il Segno”

Bolzano – Ricorrono in questi giorni i 25 anni dalla scomparsa di don Giorgio Cristofolini. Il “prete in miniera” si spegneva infatti il 23 settembre del 1993. Il giorno dopo a Bolzano ci fu, già programmata da tempo, la presentazione del libro-intervista che racconta le sue vicende, un evento che si trasformò in una mesta ma intensa commemorazione.

Nato ad Arco nel 1922, ma di Vigo Cavedine, don Giorgio aveva trascorso gli anni della guerra in seminario per essere ordinato sacerdote della diocesi di Trento nel 1946.

Il suo primo incarico pastorale fu quello di cappellano a Predazzo. Fu lì che conobbe quegli “uomini delle gallerie” che incontrò poi in Alto Adige quando, nel 1950 fu trasferito a Bolzano con l’incarico di assistente provinciale delle ACLI.

Grande amico e confidente del vescovo Joseph Gargitter, seguì passo passo le vicende che portarono alla creazione della diocesi di Bolzano-Bressanone nell’agosto del 1964. Un evento che anticipava di alcuni anni la riforma dello statuto di autonomia e rappresentò un contributo non sempre sufficientemente riconosciuto alla felice soluzione della vertenza.

Proprio per la fiducia che il nuovo vescovo di Bolzano-Bressanone nutriva per don Giorgio, a lui fu affidata la fondazione e per quasi trent’anni la direzione del nuovo settimanale diocesano in lingua italiana, “Il Segno”, uscito nell’ottobre del 1965. Una linea scomoda, la sua, perché dichiaratamente contraria a ogni tentazione nazionalistica e apertamente dalla parte dei ceti più deboli della società.

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