Le meditazioni del Venerdì Santo di suo Eugenia Bonetti: “Ho scritto le stazioni per le vittime della tratta”

Nostra intervista a suor Eugenia Bonetti, alla quale il Papa ha chiesto le meditazioni del Venerdì Santo al Colosseo

“Scusatemi, ma in questi giorni sono stata assediata dai giornalisti, c’è davvero molto interesse attorno a questo tema scelto dal Papa”. Parlando al telefono da Roma nella sera del Mercoledì Santo suor Eugenia Bonetti si scusa con Vita Trentina per non aver potuto rispondere prima. A questa Missionaria della Consolata – sesta donna nella serie della Via Crucis al Colosseo (vedi sotto) – Papa Francesco ha affidato il compito delicato e autorevole di scrivere tutte le riflessioni per le 14 stazioni. Saranno lette in mondovisione il 19 aprile alle 21 in quella diretta del Venerdì Santo che rappresenta uno speciale momento di comunione internazionale attorno al Santo Padre in uno dei giorni più intensi dell’anno liturgico. Un appuntamento di grande impatto anche culturale – tanto che in passato Giovanni Paolo II chiese le meditazioni a personaggi come – e di valore sempre più anche pastorale: lo scorso anno ..

Qualche anticipazione è stata fornita in una conferenza stampa il 17 aprile per richiamare all’importanza del tema: la sofferenza di tante persone al centro della tratta degli essere umani

Che reazioni ha percepito, chiediamo a suor Eugenio, poche ore dopo l’incontro con la stampa.

“Ho avvertito questa mattina nella presentazione in sala stampa che questa scelta tematica del Papa è stata molto approvata e molto valorizzata in tutto il mondo. C’erano tanti suoi colleghi presenti e tutti volevano sapere qualcosa di più”.

Lei su che cosa ha puntato?

“Non posso anticipare i contenuti delle riflessioni che però saranno disponibili già nel pomeriggio di Giovedì Santo sul sito vaticano. Capite però quanto sia già significativa l’attenzione alle persone che soffrono di questa violenza”.

Come ha accolto l’inatteso invito del Papa?

“Sentivo la responsabilità e l’inadeguatezza ma – come ho detti ad altri giornali – ho seguito il consiglio del cardinal Ravasi di lasciar parlare il mio cuore e la mia esperienza. Vale a dire questi ultimi 26 anni fra le vittime della tratta, i più duri e i più ricchi della mia vita. E anche tutte le donne in cui mi sono imbattuta nei Calvari delle nostre strade. I loro dolori ma anche la loro resistenza quotidiana per conservare un briciolo di umanità».

Lei a Trento ha portato già 4 anni fa la testimonianza del lavoro svolto con l’associazione di cui è presidente “Slaves no more (Mai più schiave)”…

“Non è un lavoro mio, ma di tante persone. Siamo nati nel 2012 su iniziativa di religiose e laici da tempo impegnati a vario titolo nella lotta al traffico di esseri umani e nella salvaguardia delle vittime. Lavoriamo in rete con altri gruppi, enti e associazioni sia in Italia che all’estero visto che si tratta di un fenomeno mondiale”

Talvolta si pensa ad una realtà del passato?

“Noi la vediamo ogni giorno nel nostro campo di accoglienza di Ponte Galeria a Roma. Tutti devono sapere che ancora oggi tante donne, provenienti in gran parte da Paesi dell’Est e dall’Africa, vengono schiavizzate e usate sessualmente o come mano d’opera per alimentare un mercato di compra-vendita. E’ scandaloso che la donna viene ridotta ad un oggetto senza valore, viene privata della sua dignità e libertà di decisione, sottomessa e usata come se si potesse dare un costo alla vita umana”.

Tanti auguri per lei e per il suo lavoro al quale questo Venerdì Santo darà una visibilità mondiale?

“Questa è la cosa più importante, da domani tornerò a fare il mio lavoro nelle periferie romane, ma mi auguro che questo Venerdì Santo possa servire ad arginare questo terribile fenomeno della tratta e delle violenza verso le donne rese schiave”.

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