“Pregare è affidarsi nelle mani di Dio”

Il valore della preghiera e le sue diverse forme: la “lezione” del teologo don Luigi Girardi al convegno diocesano

"Siamo soliti dire: credo, quindi prego, invece la preghiera viene prima del credere, nasce spontanea davanti a bellezze naturali che ci rapiscono generando un sentimento di stupore, o sperimentando un'amicizia intensa o l'amore per l'altro, e sono preghiera anche le lacrime per i nostri cari scomparsi e i gesti che si fanno carezza asciugando le lacrime altrui". Si è aperto con le parole del vescovo Lauro il Convegno diocesano dei catechisti, quest'anno rivolto anche anche ai ministri straordinari della comunione, dedicato a quell'"Insegnaci a pregare" (Lc. 11,1) che gli apostoli rivolsero a Gesù, svoltosi domenica 11 novembre al Collegio Arcivescovile di Trento.

"Ogni uomo – ha proseguito monsignor Tisi dopo la preghiera introduttiva guidata da don Rolando Covi – porta impresso fin dalla nascita un grido primordiale che è preghiera posta a fondamento del nostro credere: siamo tutti degli oranti, caratterizzati dall'appartenenza che ci definisce quali esseri che non possono vivere da soli, e perciò ognuno di noi è poggiato su qualcuno, ha bisogno dell'altro". La preghiera si può esprimere in molti modi, sia in forma spontanea che rituale, ed è un "istinto spirituale". A volte invece sembra un dovere e appare inutile ripetere le stesse parole e, come ha evidenziato don Luigi Girardi all'inizio della sua densa riflessione su "La bellezza e la sfida della preghiera", abbiamo anche bisogno che qualcuno ci insegni a pregare. Il primo passo consiste nel tenere conto che pregare significa "essere rivolti a" e perciò implica un decentramento: "Meditare, riflettere è positivo – ha spiegato il sacerdote veronese -, ma lo specifico del pregare è parlare ad un Altro, e per questo la preghiera è già essa stessa un atto di fede perché pensiamo che Dio ci sia e possa avere cura di noi, dunque pregare è aprirsi a lui". Ma quale volto e identità ha il Dio a cui ci rivolgiamo? "Lo abbiamo conosciuto perché ci ha parlato lui per primo, attraverso la Scrittura, e poi attraverso il figlio, che lo ha rivelato quale padre misericordioso. Questo ci orienta, ci fa capire che non possiamo chiedere cose contrarie rispetto a quanto narrato e mostrato da Gesù". C'è poi la dimensione concreta legata al "cosa" dire e al "come" pregare che indica il valore assunto da atteggiamenti e gesti del corpo: "La preghiera – ha proseguito il teologo liturgista – può nascere spontanea, ma ci sono formule che aiutano donando le parole adatte alla circostanza: la preghiera liturgica esprime l'identità della Chiesa e in essa ci riconosciamo come cristiani. Poi anche nel disporci fisicamente ci prepariamo ad accogliere Dio, e per educarci alla preghiera è importante renderla un appuntamento, scegliere un momento della giornata e andare in chiesa, lasciando fuori ogni distrazione". A proposito del rapporto tra preghiera e vita, potrebbe nascere il sospetto che essa rappresenti una fuga dai problemi, ma allora non si può definire cristiana. "C'è sempre una dimensione profonda oltre ciò che appare, un senso nascosto, e pregare è affidare questo mistero a Dio, riconoscere che non siamo onnipotenti senza però sottrarci al vivere la vita responsabilmente. La preghiera di intercessione inoltre crea legami di solidarietà, è un segno di libertà interiore e anche uno schierarsi e prendere posizione, stando dalla parte di chi lotta per la pace e la giustizia". Infine, per quale motivo preghiamo? Cosa chiediamo? "Il vero esaudimento – ha concluso don Girardi – è nel pregare stesso, affidandoci come figli nelle mani di Dio, e il vero bisogno è quello di sentire Dio presente, nelle gioie e nelle difficoltà. Il senso di ogni pregare perciò è dire: Signore, venga il tuo regno, che significa fargli spazio, chiedendo che stia con noi e ci aiuti a realizzare il nostro progetto di vita in sintonia con lui".

Il convegno è proseguito con i lavori di gruppo e la presentazione delle proposte offerte dal Servizio catechesi, in collaborazione come di consueto anche con il Museo Diocesano Tridentino. Per informazioni: www.diocesitn.it/catechistico-giovani

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