Mons. Tisi sprona le comunità ad accompagnare il cammino della diocesi nelle Assemblee pastorali. Un invito ad andare oltre la tradizione e a far conoscere quanto cresce…

Il primo incontro della Vita consacrata all’inizio dell’anno pastorale s’è svolto il 29 settembre con la presenza dell’Arcivescovo Lauro Tisi che in una sala affollata e attenta ha ripreso il tema del rinnovamento in diocesi a partire dalle Assemblee pastorali, ai quali religiosi e religiose sono invitati a partecipare, per “camminare insieme” e pienamente “dentro la Chiesa locale”.

Incentrando il suo intervento sulla decisività della questione della fede, ha esordito dicendo che lo stesso significato della Vita Consacrata è l’essere prima del fare, il testimoniare e annunciare prima ancora di tutto il resto, attraverso cui i carismi si storicizzano. E «il lieto annuncio che voi date, anche attraverso le scelte che state facendo per il nuovo anno è quello di essere dentro la nostra diocesi, disponibili e desiderosi di “camminare insieme”, anzi “correre insieme”, come esplicita il dépliant che è stato consegnato». Ciò di cui ci stiamo rendendo conto sempre più – ha proseguito – è che bisogna tornare ai fondamenti, esattamente come la VC è chiamata a riscoprire e condividere un carisma a partire dalle sue radici fondamentali. Ecco perché è necessario ripartire da “passi di Vangelo”, leggere insieme – anche come diversi soggetti o categorie del popolo di Dio – il Vangelo: e questo ci aiuta a mettere prima un cammino di crescita come discepoli rispetto all’organizzazione. “Userò carta vetrata – ha detto scherzosamente – senza nasconderci i nostri e vostri limiti”. La domanda base di ciascuno è “Chi è per me Gesù Cristo?”, sono un generico “teista” (il che vuol dire anche piegare Dio da tutte le parti) o credo in Gesù Cristo, uomo-Dio in cui “abita la pienezza della divinità“?. È vero – aggiungeva – che qualcuno parla delle nuove generazioni come delle prime generazioni “non credenti”… Ma credo che in realtà siano solo non praticanti, persone che non si identificano più in apparati e materializzazioni della fede, a volte degenerate o svuotate, ma piuttosto generazioni – e più in generale persone – assetate di qualcosa di vero e sostanziale che va ben oltre tradizioni ormai pietrificate …

L’accento cade più che mai oggi sull’invito a condividere ciascuno per la sua parte possibili risposte, da costruire insieme, a domande sempre più esigenti e sulle quali siamo un po’ sfuggenti. “Voi siete un dono per la Chiesa e mi preoccupa – sottolineava ancora Tisi – se non ci si accorge della preziosità di questo dono, il venir meno del quale certamente impoverisce la nostra Chiesa. Insieme dobbiamo riscoprire il Vangelo e tutto il corpus della Parola di Dio, cogliere la sfida di un rilancio di evangelizzazione e di una chiesa in uscita, superando tentazioni di dire “non gioco più”, quasi fossimo bambini capricciosi sorpresi dall’evolvere dei tempi … Ci vuole Vangelo e amore alle comunità: vale sia per la Chiesa locale che per tutti noi. Se vogliamo un futuro lo dobbiamo costruire con comunità riancorate al Vangelo di cui respirare oggi la freschezza, al di là e oltre tradizioni diventate stanche o demotivate”. “E poi – era il richiamo finale – mettiamo in piazza informazioni come ordinazioni, o professioni che vi riguardano, ma che sono importanti per condividerle e viverle insieme come Chiesa”.

È vero certamente che l’invecchiamento tocca sia Diocesi che VC, eppure dall’incontro emergeva come la VC in Trentino conti 700 consacrati, divisi tra VR maschile, femminile e Istituti secolari. Ancora una grande ricchezza, che si fa ancor più apprezzare quando, prima di salutarci, interveniva una suora originaria di qui e operante in una vasta zona del Brasile dove – diceva – “noi siamo solamente in 13”. Ma Gesù non era partito con 12 apostoli? L’importante è essere davvero innamorati di Lui, uomo-Dio, in cui abita totalmente la pienezza dell’umano e del divino e autentica risposta vera agli assetati del nostro oggi.