“Serve una città affidabile”

La due giorni teologica su “Dio, uomini e città”: parla la prof. Mariani]

[Dal convegno un invito rivolto davvero a tutti e non solo ai credenti, per assecondare il disegno di Dio sulla città

Milena Mariani, teologa e responsabile del Corso superiore di Scienze Religiose, riprende alcuni spunti del convegno ospitato a Trento sul tema: “Dio, uomini e città”. Obiettivo, professoressa Mariani?

Volevamo far luce sul rapporto tra la città come si è configurata nel tempo e come oggi la viviamo e le convinzioni e le pratiche religiose. Ci siamo concentrati soprattutto sul cristianesimo, ma avevamo sullo sfondo l'interrogativo aperto a tutte le religioni.

In questo contesto di forte e oggettiva secolarizzazione esiste ancora una città a misura di Dio?

E' l'interrogativo su cui si sono confrontati molti dei nostri relatori. Già la l'introduzione del professor Dotolo ha segnalato che è finito un certo tipo di cristianesimo. C'è ancora lo spazio aperto per un cristianesimo diverso, che quindi deve modificarsi e fare i conti con quelle forme di asfissia, di rifiuto del pluralismo. La città secolarizzata rappresenta una forte opportunità di rinnovamento anche proprio per il volto cristianesimo, in una interazione di cui dobbiamo essere sempre più consapevoli tra la città e le pratiche religiose. Molti relatori hanno mostrato con grande chiarezza questo processo che va nei due versi: il cristianesimo ha plasmato storicamente il volto delle città ma dall'altro lato è anche la città che plasma le forme nelle quali le fedi e le religioni si esprimono.

C’è un’evidenza architettonica che testimonia quanto le nostre città siano state culla della religione cristiana. Una nuova presenza del cristianesimo deve passare anche da una rivisitazione delle strutture di fede?

Abbiamo avuto l'intuizione che ci volesse una relazione di un architetto, la professoressa Crippa. Chiese e città: un rapporto che va mutando con giudizi diversi su quanto avviene nell'architettura di edifici religiosi. Bisogna tuttavia chiedersi sì cosa vogliamo costruire ma soprattutto chiedersi che cosa è la città oggi?

Una risposta è emersa?

E' una città che ha cambiato volto, nella quale spesso non si distinguono più centro e periferia. Si parla di “non luogo”, ricordava il sociologo Abbruzzese. Sono scomparsi alcuni luoghi di aggregazione come mercato e piazza che un tempo erano centrali. Nella città odierna hanno cambiato significato o sono mutati rispetto alla loro densità simbolica.

E il Dio a misura di città, oggi si disegna a partire da dove?

Più relazioni ne hanno parlato. Mi soffermo sulla relazione del professor Semplice che ha richiamato un'espressione nella Lumen Fidei, l'enciclica a quattro mani di papa Francesco e papa Benedetto: “città affidabile”. Dio nella città è tuttora presente. Possiamo aiutarci insieme a costruire questa città affidabile, avendo ancora davanti un modello di convivenza che non ci faccia guardare alla città come luogo minaccioso o di sola convivenza di diversi, ma senza luoghi di incontro. Il lavorare insieme e rendersi responsabili rispetto a un progetto di città affidabile, dono di Dio che già abita nella città e lavora nel cuore degli uomini perché non confliggano, può essere un invito rivolto davvero a tutti e non solo ai credenti, assecondando il disegno di Dio sulla città.

Sant'Agostino poneva la “città di Dio” in alternativa alla “città dell'uomo”. Nell'epoca post-moderna va rivista questa prospettiva?

In questa espressione “città affidabile” troviamo da u lato l'azione di Dio che lavora per l'unità del genere umano. Dall'altro viene sottolineata la piena responsabilità umana. Mi pare che potrebbe essere la sintesi della meta che abbiamo davanti. Ci ha aiutato molto la relazione biblica di due città contrapposte: Babele e Gerusalemme. C'è una scelta da fare tra la Babele che vorrebbe un'unica lingua e corrisponde a un progetto di globalizzazione che annulla le diversità e una Gerusalemme come città della pace dove le diversità convivono scambiandosi la loro ricchezza. Questo è un progetto che può piacere al Dio della Rivelazione e anche a noi uomini.

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