Sorpresa di Pasqua, a tu per tu col Papa

A 97 anni suor Ersilia Mantovani è stata chiamata davanti al Papa in Marocco a rappresentare tutte le religiose: “La sua vita favorisce il dialogo con i mussulmani“

“E’ stata una grandissima sorpresa. Sì, una sorpresa di Pasqua….” Non avrebbe mai pensato, dopo una vita missionaria fra gli ultimi in una delle periferie africane, di trovarsi a 97 anni a tu per tu col Papa, che la abbraccia riconoscendo in lei un esempio generoso di consacrazione al Signore e ai poveri.

Accogliamo al Centro Missionario e poi in redazione a Vita Trentina suor Ersilia Mantovani, classe 1922, arcense, di ritorno per una breve vacanza dal Marocco dove vive da oltre 50 anni. Ma non è venuta in Italia a trovare il Papa, è stato Francesco ad andare da lei. A Rabat, in uno dei tanti incontri della recente clamorosa visita del Papa in Marocco, Paese a maggioranza mussulmana, l’incontro con il clero e i religiosi si è concluso appunto con la “chiamata” sul palco della religiosa trentina.

“Nessuno sapeva niente prima – racconta, emozionata ma soprattutto riconoscente – ed è stato il vescovo salesiano di Rabat a pensare di presentarmi al Papa per i miei 80 anni di vita religiosa, compiuti quest’anno, a rappresentare gli istituti femminili che operano in Marocco. Mi aveva convinto già nelle celebrazioni in parrocchia che quest’anniversario non doveva essere un momento privato, ma meritava di diventare un fatto di Chiesa”.

“Non avevo intenzioni di abbracciare il Papa , ma quando mi hanno chiamato accanto a lui e mi sono trovata davanti quello sguardo non ho potuto resistere. Lui è veramente docile, mi ha imposto la mano e mi ha detto che mi dava una benedizione per me e per tutti quelli che mi stanno a cuore. Mi ha anticipato…e poi mi ha chiesto due volte se avevo 97 anni…”

Non li dimostra proprio, suor Ersilia. Ha il viso ancora fresco e gioioso, la parlata sciolta, un pensiero lucido, tanto che possiamo dialogare senza stancarla. Cosa resterà di specifico di questa visita in Marocco? “Porterà molti frutti soprattutto nel favorire il nostro dialogo con i fratelli mussulmani, ora che la Chiesa cattolica ha ripreso forza con l’arrivo di cristiani dai Paesi subsahariani in una multiculturalità ricca. Viviamo gomito a gomito con i mussulmani e loro hanno molto apprezzato che la prima giornata Papa Francesco l’abbia trascorsa con loro”.

“Ogni giorno vedo che molte cose ci accomunano con i mussulmani, possiamo vivere insieme senza bisticciarsi”, afferma in una sintesi della sua esperienza ultradecennale. Ad esempio? “La preghiera: cinque volte al giorno mi eleva il cuore a Dio alzarsi la preghiera del muezzin e vedere questi uomini correre a pregare. Mi sembrano gli apostoli che s’affrettano ad andare al sepolcro”.

Seduto accanto a suor Ersilia, il Papa ha salutato da don vicino padre Jean Pierre Schumacher, uno dei religiosi “uomini di Dio” salvatosi dalla strage del monastero di Thibirine.

In tanti anni suor Ersilia si è dedicata in vari centri del Marocco alla promozione della gioventù femminile, curando la formazione delle ragazze al ricamo, ai tessuti o alla lavorazione dei tappeti. Si è dedicata anche ai disabili e all’assistenza delle consorelle anziana. Ora a Casablanca, unica italiana, tieni i contatti con la sua Chiesa locale attraverso le attese pagine di Vita Trentina. “Vedo dappertutto lo sforzo della Chiesa per essere all’altezza dei tempi. E’ bene che ci si rinnovi, tutti, in fedeltà al nostro carisma specifico e alla Chiesa. Siamo tutti in conversione…”. Lascia qualche puntino di sospensione, suor Ersilia, nel quale lascia intravvedere la disponibilità “giovanile” ad un cammino gioioso sui passi del Vangelo, anche a 97 anni suonati. Le auguriamo una buona Pasqua in Marocco, in un abbraccio di riconoscenza.

Diego Andreatta

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