Una Chiesa che comunica

Ripartire sempre dalle persone e dai “testimoni” e saper raccontare “un’altra storia”. Queste alcune delle riflessioni emerse durante la tradizionale “due giorni” promossa e vissuta lunedì 7 e martedì 8 gennaio dai Vescovi del Nordest a Cavallino (Venezia) ed allargata a alcuni rappresentanti – sacerdoti e laici – per ciascuna delle 15 Diocesi della Conferenza Episcopale Triveneto (Cet).

Tra i temi trattati nelle conferenze e nei lavori di gruppo, il legame tra gli attuali strumenti di comunicazione e la comunità cristiana, lo stile di dialogo e le modalità di intervento della Chiesa nel contesto della “piazza digitale”, come articolare la comunicazione tra la realtà ecclesiale e i media in casi problematici o situazioni di “crisi”.

Per la diocesi di Trento erano presenti i vescovi Lauro Tisi e Luigi Bressan con Piergiorgio Franceschini, direttore dell'Ufficio diocesano Comunicazioni sociali, recentemente nominato responsabile della Commissione triveneta della comunicazioni sociali.

Nel trarre alcune conclusioni sui lavori della “due giorni”, Franceschini (che insieme a Bressan ha coordinato l’intero incontro) ha rilevato il valore “dello stare nei media e nei social da testimoni – lo stile è sostanza – che hanno qualcosa e Qualcuno di importante a cui rimandare. Diamo peso alle storie, tornando continuamente al vissuto, ai desideri e alle esigenze della nostra gente. Accettiamo la sfida di voler essere significativi e riconosciamo l’urgenza di avere, nelle nostre Diocesi, progetti comunicativi ed editoriali che rispondano alle attese e ai bisogni delle persone”.

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