Città senza religione?

Il tessuto urbano in continua evoluzione e le città tradizionali che si spingono verso contenitori sempre più vasti come le metropoli e le cosmopoli pongono molti interrogativi sul ruolo della religione all'interno delle aree urbane, ormai prive di cinte murarie e confini prefigurati. Nel convegno dal titolo “Dio, uomini e città”, organizzato dal Centro per le Scienze religiose della FBK, un gruppo di studiosi si è confrontato a Trento in una due giorni, sul rapporto tra religione e città: innegabile se si guarda alle architetture urbane, eppure profondamente mutato nel corso dei secoli e oggetto, oggigiorno, di teorie talora divergenti, tendenti a negare un ruolo specifico alla religione di Chiesa o a riaggiornarne il senso in una prospettiva pluralista. Hanno introdotto i lavori il direttore Alberto Bondolfi (ha annunciato la disponibilità online degli “Annali di studi religiosi”) e la responsabile del Corso Milena Mariani (vedi intervista) che ha spiegato come il seminario faccia perno su “Teologia e città”. Sul terreno dell'analisi e del confronto, antropologico, storico e religioso, sono scesi in campo Carmelo Dotolo, presidente della Società italiana per la ricerca teologica e i docenti e ricercatori universitari Donatella Scaiola, Emanuele Curzel, Francesco Ghia, Paolo Costa, Salvatore Abbruzzese, Maria Antonietta Crippa e Stefano Semplici.

Con un'immagine ad effetto – è stato detto – che ogni città sembra portare in sé qualcosa dell'eredità di Babele e qualcosa delle promesse di Gerusalemme. Il che significa che le convinzioni e le pratiche religiose devono confrontarsi costantemente con questa ambivalenza costitutiva, guardando ad un cristianesimo capace di dialogare con la diversità e creativo rispetto alle risposte da dare alle realtà contingenti e alla visione di “città affidabile”, coniata da Papa Francesco e proposta alla coscienza comune e alla responsabilità politica.Per costruirla occorre puntare ad un'unità che non si regge “sull'utilità, sulla composizione degli interessi, sulla paura”, ma su un fondamento di gran lunga più semplice e solido: “la gioia che la semplice presenza dell'altro può suscitare”, ha detto Stefano Semplici riportando concetti della “Lumen fidei”.
vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina