E' stato sepolto a Calavino, suo paese natale, martedì 9 settembre, padre Tarcisio Bortoli, deceduto improvvisamente per infarto a 71 anni, mentre era ancora dedito ai suoi servizi pastorali nel convento francescano di Pergine e presso l'Infermeria del clero a Trento, dove svolgeva anche le funzioni di confessore dei sacerdoti.

Il rito funebre ha visto una larghissima partecipazione di confratelli e fedeli giunti dal capoluogo, da Borgo Valsugana (dove egli) ha operato fino alla chiusura del convento, da Pergine e da altre località che l'hanno visto costantemente impegnato accanto alla gente. L'ha presieduto l'Arcivescovo mons. Bressan reduce dal pellegrinaggio diocesano a Lourdes dove la notizia della morte del religioso ha raggiunto inaspettatamente il fratello, presente tra gli ammalati, e due sorelle. Risale a qualche tempo la morte di un altro familiare, il cognato, padre del collega Rai ed ex consigliere provinciale Giorgio Lunelli.

Il vescovo ha ricordato i modi di grande affabilità e di serenità di padre Tarcisio, nonostante le prove per una salute cagionevole affrontate con coraggio negli ultimi anni. Delle qualità e di un lungo percorso condiviso ha parlato nell'omelia anche fra Francesco Patton, responsabile provinciale della comunità francescana.

Padre Tarcisio era solito salutare con un abbraccio gli amici e con forti strette di mano, molti dei quali conosciuti nei vari servizi di parroco e di provinciale alla parrocchia di San Bernardino, alla Busa di Via Grazioli, che ha cercato di animare anche con iniziative ricreative come le Olimpiadi, l'annuale castagnata, in collaborazione con gli altri frati e i laici della zona, guardando soprattutto ai ragazzi e ai giovani che frequentavano il convento per la catechesi. Era forte in lui il rammarico per il calo delle vocazioni che ha portato a ridurre o a tagliare il contributo nei servizi pastorali dei frati francescani nel capoluogo e nelle valli.