Le croci in città

Nella Via Crucis dei giovani, guidata dall'Arcivescovo Luigi Bressan, gli ammalati i veri protagonisti: insieme ai giovani hanno contribuito con le loro riflessioni a rendere vivo l'evento

Le persone che ogni giorno convivono con la malattia spesso “curano” le sofferenze spirituali, in particolare quelle di tanti giovani, molte volte in difficoltà a trovare una direzione e un senso pieno alla loro esistenza. Perché, affidandosi a Cristo, ogni dolore diventa meno esclusivo e più sopportabile. Erano questi i messaggi dentro la Via Crucis dei Giovani – organizzata venerdì 27 marzo dalla Pastorale Giovanile della zona di Trento, con i decanati di Povo, Mattarello e Trento in collaborazione con la Pastorale della Salute diocesana -, che quest'anno invitava a riflettere sul tema “Tappe per l'autentica guarigione”.

In questa via Crucis, guidata dall'Arcivescovo, gli ammalati erano veri protagonisti. Alcuni hanno contribuito con un gruppo di giovani volontari a preparare le riflessioni stampate sul libretto dell'evento, altri ricoverati in ospedale hanno ricevuto la visita di alcuni ragazzi e chiunque lo volesse poteva vivere in preghiera la Via Crucis, sintonizzandosi sulle frequenze dell’emittente diocesana, radio Trentino in Blu.

Il lungo corteo silenzioso, illuminato dalle fiaccole accese e accompagnato dai canti, è partito dall'Ospedale Santa Chiara, sostando davanti alle altre principali strutture di cura della città: l'Hospice di Villa Igea, la Casa di Cura Villa Bianca, l'Ospedale San Camillo e il Centro di Salute Mentale, terminando in Duomo.

Il percorso alternava le prime dieci stazioni della Passione a testimonianze di persone che, nonostante i limiti imposti dalla malattia, hanno riscoperto forza e motivazioni per vivere pienamente. Si ricorda ad esempio la seconda stazione, quella in cui Gesù cade sotto dal peso della croce ma trova la forza di rialzarsi, meditata di fronte all'Hospice di Villa Igea, luogo nel quale pazienti in fase terminale, non potendo essere assistiti in casa, trovano sollievo nelle attenzioni di personale e volontari.

Al brano evangelico del profeta Isaia (53,4-7), nel ricordarci guariti da Cristo che assumeva le nostre iniquità, si alternava la memoria della malattia di Giovanni Paolo II e del suo coraggio nel mostrarsi sofferente di fronte a una folla immensa, coraggio trovato nella fede sostenuta dalla preghiera costante.

Anche l'Arcivescovo Luigi Bressan, con papa Francesco, ricordava come la crisi attuale non sia solo economica, ma riguardi tutto l'uomo e come per superarla si debbano incontrare le altre persone, seppur di fedi diverse.

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