Le domande della sala:  “Sobrietà e uguaglianza sono utopia”

Se la pleonaxìa è una legge naturale, come viene legittimata allora l’uguaglianza?

Si possono introdurre 2 argomenti: la leggerezza, che ci fa vivere meglio, e la fantasia per godere e sfruttare al meglio ciò che abbiamo. Ma il possedere riguarda solo le cose o anche convinzioni o fedi (come il fondamentalismo)?

Oggi non esiste forse la convinzione che troppi siano sopra la legge come Gige?

La pleonaxìa non si potrebbe utilizzarla anche in senso positivo? Troppi giovani si accontentano di fare poco di più …

Curi: L’uguaglianza tra le persone non è una legge naturale. Abbiamo sì un denominatore comune che è la nostra condizione umana, ma questo non cancella le differenze. L’uguaglianza coarta la natura perché la tendenza è quella di appropriarsi di tutto ciò che si può.

Molto carino il ragionamento su leggerezza e fantasia e vi aderisco con l’ottimismo della volontà.

L’uguaglianza naturale non esiste, ma dovrebbe diventare un obiettivo politico. Se vogliamo garantire la pace, occorre lavorare per la giustizia sociale.

Oggi sono tanti che beneficiano dell’impunità, perché vale la legge della pleonaxìa.

Non distinguerei i due piani: da Gesù a san Giovanni della Croce fino a san Francesco lo svuotamento per accogliere l’altro non è un obiettivo politico, ma parla alle coscienze.

Chialà: Siamo tutti dei disuguali, ma di pari dignità. L’occhio di Dio appare ingiusto ai nostri occhi – penso alla paga dei servi dell’ultima ora – ma è l’unità profonda che nessuna disuguaglianza potrà cancellare.

E’ la piena legittimità a tutto ciò che è naturale: se il creato è opera di Dio, allora tutto ha senso.

Riconosciamo la bontà della potenza naturale, ma occorre governarla ed educarla. Alla leggerezza si arriva con l’ascesi e l’esercizio del limite. Non la soppressione delle passioni, bensì la conversione delle passioni: è questa, del resto, la grande tradizione monastica.

Tutto questo presuppone una visione positiva della società. Occorre forse un nuovo modello di sviluppo come ipotizza il papa?

Non è che forse esiste un fattore naturale che ci obbliga a vivere in società, mettendo da parte la pleonaxìa, con l’obiettivo di conservare la specie?

La legge di uguaglianza non è invece quella che afferma: invece di accaparrarsi sempre di più cose,  abbiamo bisogno di essere accuditi e c’è chi lo fa gratuitamente?

Chialà: Uguaglianza come utopia irrealizzabile? Se l’essere umano non è più capace di sognare, non è più uomo.

Ineluttabilità della pleonaxìa? Fondamentale diventa qui l’esercizio del limite, necessario non solo all’uguaglianza sociale, ma anche alla piena fruizione della libertà del soggetto.

Curi: temevo un rischio in questa serata perché la sua titolazione sembrava suggerire un approccio di tipo moralistico, un qualcosa da tenere a freno con atteggiamento predicatorio.

Si tratta invece di un’antropologia realistica, non una patologia, bensì un desiderio positivo carico di provocazione che scopre il suo fondamento del tutto naturale.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina