Mons. Mazzoldi presto beato

Iniziato il processo di beatificazione del vescovo comboniano morto 18 anni fa in Kenya

Martedì 13 gennaio ricorre l’anniversario della nascita di monsignor Sisto Mazzoldi, nato nel 1898 a Nago e morto il 27 luglio 1987 a Nairobi. I superiori delle congregazioni fondate dal vescovo trentino hanno deciso di iniziare il suo processo di beatificazione, auspicando che la sua storia straordinaria possa essere sempre più conosciuta.

Secondogenito di 9 fratelli, nel 1915 il giovane Sisto conosce l’emigrazione in Moravia con la famiglia. Viene richiamato nel 1916 dall’esercito austroungarico per fare l’interprete al Castello del Buonconsiglio, dato che sa bene il tedesco. Terminata la guerra riprende lo studio teologico nel seminario di Trento e viene ordinato sacerdote il 29 giugno del 1922 da monsignor Endrici. Il suo primo impegno è di cappellano a Lavis con il compito di seguire i giovani di Azione Cattolica e proprio in questo periodo nasce in lui la vocazione missionaria. Nel 1928 inoltra la domanda di recezione dagli ordini minori e di presbiterato: don Mazzoldi entra così nell’Istituto Missionari Comboniani del Sacro Cuore a Venegono (Varese) e l’11 febbraio 1930 accede alla professione religiosa. Nel giugno 1931 parte verso l’Africa, a Kartoum in Sudan. Durante la sua permanenza, la Santa Sede mette gli occhi su quel missionario trentino che parla poco e lavora sodo e l’8 giugno 1950 lo nomina Prefetto apostolico del Bahr el Gebel. Il 18 aprile viene nominato vescovo dell’intera zona con capitale Juba. A Trento ritorna nel 1951 e il 24 giugno, in Duomo, lo consacra vescovo monsignor De Ferrari.

In Africa fa costruire la cattedrale di Juba e Kator, fonda la congregazione religiosa dei Fratelli Educatori di S. Martino di Porres a Kit, la congregazione religiosa delle Suore del Sacro Cuore a Loa, prepara molti catechisti per tutte le missioni, organizza laboratori di falegnameria, meccanica, di calzoleria e riparazioni, due grandi tenute di caffè e altra agricoltura per sopperire ai bisogni del seminario, delle congregazioni e delle missioni. Nel 1962, a Roma, partecipa al Concilio Vaticano II. Ritornato in Sudan viene espulso nel marzo del 1964, assieme a tutti i suoi missionari.

Nuova meta missionaria è per lui l’Uganda, diocesi di Moroto, dove, insieme a padre Marengoni, fonda altre due realtà religiose: la congregazione degli Apostoli di Gesù e la congregazione missionaria delle Suore Evangelizzatrici di Maria. Apre altri Seminari in Uganda ed in Tanzania. Rimane a Moroto fino al 1982, dove sì convertì circa il 42% della tribù dei Karamojong. Nel 1982 parte dall’Uganda e si stabilisce a Nairobi in Kenia. A Langata gli Apostoli di Gesù gli preparano la stanza, in quel periodo non sta bene tuttavia continua a dirigere e visitare i seminari minori in Kenia, Uganda, Tanzania e Sudan.

“Nel 1985 noi nipoti – riferisce Rina che abita a Ravina – abbiamo visitato le sue missioni, lontane dai 200 ai 400 km. Lungo il tragitto si recitava il rosario, magari anche due o tre. Molti lo conoscevano e molti gli chiedevano aiuto, a tutti dava qualcosa, il suo spolverino color nocciola aveva due belle tasche e dentro teneva sempre la moneta”.

Sta già abbastanza male ma tre mesi prima di morire esprime il desiderio di visitare la Terra Santa. Lo accompagnano gli Apostoli di Gesù. Nel ritorno, giunto a Roma, chiede di andare a Nago, sente la sua fine vicina e coglie l’occasione per salutare i parenti. Si ferma quindici giorni, è molto provato. Muore il 27 luglio del 1987. La sua tomba si trova nella chiesa degli Apostoli di Gesù a Langata, in Kenya.

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