Non più schiavi ma fratelli

Le nostre responsabilità di fronte alle schiavitù di oggi]

Quando si parla di schiavitù si pensa alla tratta degli schiavi dei secoli scorsi, ma anche oggi assistiamo a delle moderne forme di schiavitù. Nel 1948 la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo ha abolito la schiavitù, ma la realtà e la verità sono altre: tutt'oggi ci sono persone vendute e usate come oggetti alla mercé degli sfruttatori.

Papa Francesco nel suo Messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2015 individua le nuove schiavitù: quelle dei lavoratori, anche minori, asserviti nei vari settori; dei migranti che nel loro drammatico tragitto soffrono la fame, vengono privati della loro libertà, abusati fisicamente e sessualmente; degli schiavi e schiave sessuali. Ed ancora dei minori e adulti fatti oggetto di mercificazione per l'espianto di organi, arruolati come soldati, per l'accattonaggio, la produzione e la vendita di stupefacenti e per forme mascherate di adozioni internazionali e quelli in mano ai terroristi come combattenti o schiave sessuali (n°3).

Francesco analizza le cause di queste schiavitù: “Alla radice della schiavitù si trova una concezione della persona umana che ammette la possibilità di trattarla come un oggetto” e poi la povertà, il mancato accesso all'educazione, scarse o inesistenti possibilità di lavoro, la corruzione delle istituzioni, i conflitti armati, le violenze, la criminalità e il terrorismo (n°4).

Lasciamoci coinvolgere: “Desidero invitare ciascuno, nel proprio ruolo e nelle proprie responsabilità particolari a operare gesti di fraternità nei confronti di coloro che sono tenuti in stato di asservimento […

di non rendersi complici di questo male e di non voltare lo sguardo di fronte alle sofferenze dei loro fratelli e sorelle in umanità” (n°6).

Il Messaggio del Papa ci aiuti a svegliarci dal torpore delle nostre sicurezze e ci faccia prossimi di questi uomini e donne ridotti in schiavitù e trattati come oggetti dai loro sfruttatori e anche da noi, responsabili di scelte e comportamenti che alimentano la tratta di persone umane. Rimanga impressa nei nostri cuori e nelle nostre menti la domanda che Dio rivolgerà a ciascuno di noi: “Che cosa hai fatto del tuo fratello?” (Gen 4, 9-10).

Roberta Widmann

Commissione diocesana Pastorale Sociale, Giustizia e Pace, Custodia del Creato

Tavolo diocesano “Spezzare le catene”

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