Padre Pietro sepolto sul monte Sion

Sabato scorso a Gerusalemme anche il provinciale dei francescani trentini padre Francesco Patton ha partecipato al funerale di padre Pietro Kaswalder, ricordato lunedì anche con una celebrazione nel paese di Roverè della Luna. Presiedeva il Custode di Terra Santa, padre Pizzaballa assieme ad un centinaio di sacerdoti e alcuni rappresentanti delle Chiese orientali di Gerusalemme.Fra Massimo Pazzini, decano dello Studio Biblico Francescano ha condiviso alcune delle tantissime testimonianze, come quello delle clarisse di Gerusalemme che hanno immaginato che il suo incontro con il Signore sia avvenuto con la stessa spontaneità e generosità con cui, adolescente, dopo aver ascoltato un missionario francescano, aveva lasciato la casa di famiglia per farsi francescano. Tanti messaggi dimostravano l’affetto, la stima, il rispetto di cui godeva Fra Pietro, anche per la sua attività di geografo biblico e per il recupero dei Luoghi Santi. La salma di fra Pietro Kaswalder, preceduta da un lungo corteo di francescani e seguita dalla sua famiglia, è stata condotta al cimitero francescano del Monte Sion. “Lui, uomo della Dolomiti – ha scritto l'amico giornalista Giorgio Lunelli recatosi a Gerusalemme per i funerali – amava la sua gente delle montagne alpine (e ogni mattina sfogliava i giornali on line della sua terra), ha scelto di venir sepolto in un piccolo cimitero francescano del monte Sion, proprio sotto le Mura, passando a passo d’uomo dalla porta che introduce alla tomba di Re David e al luogo di ritrovo degli Apostoli, il Cenacolo”. Lunelli , dopo aver ricordato che “i sassi che Pietro studiava non erano cercati nella terra per costruire muri, ma per realizzare ponti”, conclude così il suo affettuoso ricordo nel blog www.giorgiolunelli.eu: “Mentre ti saluto, mi viene in mente quel tuo gesto di metter mano nel borsello a tracolla che sempre portavi. Per cercare una sigaretta. E poi toglierti il cappellino con visiera che ti riparava dal sole. Un sorriso, nel salutare. Quelle semplici parole che adesso vengono dette a te: “Shalom”. Con l’aggiunta di quel francescano “Pace e bene” che è ciò che di più bello ed intimo ci hai lasciato”.

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