Quei diritti calpestati

Due recenti interventi di mons. Silvano Maria Tomasi richiamano la comunità internazionale: “In alcune regioni del mondo assistiamo a un genocidio”

I temi della libertà religiosa, della libertà di espressione e del rispetto dei bambini vittime innocenti della guerra sono al centro di due recenti interventi all'Onu dell'arcivescovo Silvano Maria Tomasi, Osservatore permanente della Santa Sede presso le Nazioni Unite e altre organizzazioni internazionali. Sono stati pronunciati a Ginevra (Svizzera) in occasione della 28a sessione del Consiglio per i diritti umani, l'11 e il 17 marzo, e sono stati diffusi nei giorni scorsi.

Mons. Tomasi ha invitato la comunità internazionale a confrontarsi con una sfida “delicata, complessa, e urgente” che riguarda il rispetto delle sensibilità religiose e la necessità di una convivenza pacifica in un mondo sempre più pluralistico stabilendo un giusto rapporto tra libertà di espressione e libertà di religione. Sono definiti “diritti umani fondamentali” che registrano però difficoltà nella loro gestione a livello normativo e istituzionale. In molte situazioni, osserva mons. Tomasi, l'uso eccessivo e irresponsabile della libertà religiosa e della libertà di espressione si trasforma in intimidazione, minacce, insulti verbali che calpestano la libertà di religione e possono portare a intolleranza e violenza “che purtroppo oggi abbonda”.

“Se con genocidio – scrive il diplomatico – s'intende qualsiasi atto commesso con l'intenzione di distruggere, interamente o in parte, un gruppo nazionale, etnico, razziale o religioso in quanto tale, allora la Comunità Internazionale nel suo insieme sta certamente assistendo a una sorta di genocidio in alcune regioni del mondo, dove si continua a rendere schiavi e a vendere donne e bambini, a uccidere giovani uomini e a bruciare, decapitare e costringere persone all'esilio”. Dopo le ripetute denunce e prese di posizione del Papa nei suoi discorsi, l'ultima all'Angelus nella Domenica delle Palme, la voce della Chiesa si trasferisce nelle sedi della massima autorità istituzionale mondiale chiamata a tutelare popoli e singoli sopraffatti dalla violenza, dalle guerre e dall'ingiustizia.

In questo contesto la Delegazione vaticana ricorda al Consiglio per i diritti umani il fatto che questi ed altri crimini sono commessi nei confronti di persone appartenenti a comunità antiche semplicemente perché la loro credenza, il loro sistema sociale e la loro cultura sono diversi da quelli dei combattenti fondamentalisti del cosiddetto gruppo dello “Stato islamico”. “Il riferimento alla religione – scrive mons. Tomasi – al fine di assassinare persone e distruggere testimonianze della creatività umana sviluppata nel corso della storia, rende le atrocità che si stanno compiendo ancor più ripugnanti e condannabili”. Mons. Tomasi considera un imperativo morale per la comunità internazionale quello di accantonare “gli interessi di parte e salvare vite umane”, dal momento che la violenza non nasce dalla religione, bensì da una sua falsa interpretazione o dalla sua trasformazione in ideologia. Solo adottando un’etica della responsabilità il cammino verso il futuro può risultare fecondo.

Quanto alla libertà di espressione, usata in modo improprio per ledere la dignità delle persone “pianta il seme della violenza” e senza questo diritto “l'educazione, la democrazia, la spiritualità autentica non sarebbero possibili”.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina