“Quello sguardo dolcissimo e profondo”

“Al termine del colloquio, il Papa ci ha raccomandato tanto di pregare per lui”

Tra i trentini che hanno potuto assistere ad una Messa mattutina a Santa Marta, residenza del Papa, ci sono anche i coniugi Bridi di Trento. Al collega Carlo, nostro collaboratore, impegnato da anni nel volontariato internazionale, abbiamo chiesto un racconto di quella giornata.

E’ difficile esprimere con le parole l’emozione che trovi quando Papa Francesco ti abbraccia, ed è quello che è successo a mia moglie ed a me lo scorso 14 ottobre. Nel mese di luglio in previsione del cinquantesimo anniversario di matrimonio che scadeva a settembre, avevamo mandato una lettera al Papa per il tramite del nostro Arcivescovo Luigi, con la richiesta di poter assistere alla Santa Messa in Santa Marta. Con grande sorpresa anche dell’Arcivescovo il 18 settembre la bellissima notizia: Papa Francesco aveva accolto la nostra richiesta e ci invitava ad assistere alla Santa Messa in Santa Marta da lui celebrata il 14 ottobre 2014 con l’appuntamento all’entrata alle ore 6.45.

E facilmente immaginabile come quel periodo di attesa è stato vissuto per prepararci anche con l’attenzione di tutta la famiglia e dei nipoti in particolare a questo emozionante momento.

Alle 7 precise Papa Francesco entra in chiesa – un altare semplice, una sola composizione di fiori sull’angolo sinistro – e celebra la Messa alla quale assistiamo; dedica l’omelia al vangelo del giorno che in sintesi lancia un messaggio molto forte: “la fede senza le opere è morta”.

A conclusione della Santa Messa una ad una le nove coppie fortunate di provenienza da diverse parti del mondo incontrano in una saletta a fianco alla chiesa Papa Francesco.

Arrivato il nostro momento è stata mia moglie a rompere il ghiaccio con delle parole di profonda gratitudine a Papa Francesco per averci accolti in questo momento così intimo. Certo, l’emozione cresceva man mano che il colloquio proseguiva; immaginare che in quel momento sei di fronte al Vicario di Gesù Cristo in terra da un’emozione indescrivibile, e c’è anche il rischio di non riuscire a dire tutto quello che ti eri promesso. Ma l’affabilità del Papa, quello sguardo dolcissimo e profondo con il quale seguiva il colloquio ci ha dato coraggio nel portare il nostro messaggio.

Ho avuto modo di presentare al Papa la nostra attività sul fronte del volontariato internazionale iniziato giusto trent’anni fa, e particolarmente l’attività di solidarietà con il vescovo Giuseppe Filippi in Uganda e nelle scuole trentine nelle quali negli ultimi anni abbiamo trattato il tema dell’acqua e quello sugli sprechi del cibo e della fame e abbiamo fatto dono al Papa dei due video realizzati che proiettiamo nelle scuole. Papa Francesco ha avuto parole di grande apprezzamento ed incoraggiamento per questa nostra opera sulla quale ha esteso la sua benedizione.

Abbiamo poi avuto modo di esprimergli tutta la nostra ammirazione e solidarietà per la sua meravigliosa opera che sta svolgendo che non riguarda solo la Chiesa ma tutto il mondo e l’abbiamo incoraggiato a proseguire.

E’ stato in quel momento che il Papa ha abbracciato prima mia moglie e poi me raccomandandoci tanto di pregare per lui. Una cosa però me l’ero dimenticata nell’emozione: non le avevo parlato di Santa Paolina, la religiosa di origine trentina figlia di emigrati in Brasile.

Tornato a casa le ho mandato il video sulla nostra Santa e di lì a poco è arrivata una lettera della Segreteria di Stato nella quale si afferma fra l’altro che “il Sommo Pontefice ha particolarmente gradito il premuroso gesto, ed invia di cuore la Benedizione Apostolica pegno di ogni desiderato bene”.

Carlo Bridi

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