“Ulivi, non talismani”

Dalla basilica di Santa Maria Maggiore al Duomo, si è svolta nella domenica delle Palme la processione festosa con i rami di ulivo aperta dal vescovo Luigi Bressan, canonici, seminaristi e una discreta folla di fedeli. Folta la rappresentanza dei giovani. I canti sono stati eseguiti dai due cori parrocchiali del Duomo e di Santa Maria Maggiore, diretti dal maestro Paolo Delana. Dopo la lettura della Passione di Cristo il vescovo Bressan, nella breve omelia ha spiegato il senso della festività celebrata. L'ingresso del Signore nella città di Gerusalemme “in un momento – ha dichiarato – nel quale vi era una vasta presenza di popolo, ma ferveva anche un'accesa opposizione contro di lui, della quale era ben cosciente, mostra che Gesù non era uomo che si ritirasse di fronte a una missione da compiere. Egli intendeva attuare veramente il programma di amore accolto da Dio Padre!”.

Bressan ha respinto l'idea di interpretare i rami di ulivi benedetti e distribuiti nelle chiese come un “talismano”, ossia come un portafortuna alla stregua di amuleti ecc. Vige infatti il costume di appendere qualche rametto in automobile, sulle pareti di case. Un tempo le foglie benedette conservate venivano gettate sul fuoco ardente per scongiurare fulmini e grandine. “Giustamente – ha detto – nella processione, noi abbiamo voluto seguire l'esempio di quei cittadini di Gerusalemme e il segno dei rami d'olivo nelle nostre case deve ricordarci il messaggio di fede in Gesù Cristo, e non considerarli un talismano che operi per forza propria”. Piuttosto si deve guardare al “passo ben più faticoso di vicinanza che Gesù ha voluto compiere verso di noi. Non si è tirato indietro, non si è isolato in una casta che lo proteggesse, ma ha voluto accompagnare le persone anche nella notte della sofferenza e dell'oscurità psicologica, fino a quel grido straziante in cui esprimeva una profonda solitudine: 'Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato'”. Per Bressan Gesù non poteva essere più vicino all'esperienza delle prove che le persone possono attraversare: una “prossimità non soltanto affettiva o virtuale, ma nel crudo verismo della violenza subita fino ad essere ucciso”. Nel pomeriggio hanno preso il via le Ore di adorazione conclusesi nella serata di Mercoledì Santo.

vitaTrentina

Lascia una recensione

avatar
  Subscribe  
Notificami
vitaTrentina

I nostri eventi

vitaTrentina