Stampa tra proscrizioni e tagli

Mentre il governo giallo-verde minaccia tagli al Fondo per il pluralismo, una lezione dal passato con i vescovi Endrici e Rodolfi che sfidarono Mussolini proprio sul tema – sempre attuale del pluralismo nell’informazione

Torna di grande attualità di fronte alla prospettiva-minaccia del governo giallo-verde (Cinque stelle e Lega) di tagli all'editoria con grave pericolo per la sopravvivenza dei media più piccoli legati al territorio, e nello specifico anche dei settimanali come Vita Trentina, una lezione di storia del passato.

A dire il vero non basta la minaccia di ridurre o chiudere i rubinetti del sostegno finanziario pubblico riservato attualmente a quattro testate nazionali – Avvenire, Italia Oggi, Libero, Il Manifesto, Il Foglio e a un discreto numero di pubblicazioni periodiche legate al territorio, a movimenti o comunità civili e religiose. Molte infatti hanno chiuso già i battenti come radio Trentino inBlu, altre realtà sono a forte rischio, come il Messaggero di sant'Antonio. Altre ancora hanno modificato il loro corso, vedi il settimanale diocesano di Bolzano Il Segno, passato da settimanale a mensile allegato ad un quotidiano locale, per problemi finanziari e la disaffezione di lettori e di ascoltatori.

Gravi erano risultate le conseguenze di un provvedimento del governo Berlusconi del primo aprile 2010, al quale aveva posto rimedio e ordine la cosiddetta “legge Lotti”, entrata in vigore all'inizio del 2018.

La prospettiva di tagli radicali al sostegno pubblico rappresenterebbe la fine, la stroncatura di molti canali di informazione cosiddetti minori, voci che spesso vengono da lontano nel tempo e sono sopravvissute superando difficoltà di ogni tipo. Il problema del loro ruolo e funzione risente tuttavia anche dell'evoluzione dei social network, e – per quelli di area ecclesiale -, del cambiamento nel tessuto organizzativo per il processo di secolarizzazione e di globalizzazione che hanno imposto radicali modifiche all'impianto complessivo di gestione dei propri beni. La comunità è comunque chiamata ad interrogarsi circa il destino di questi mezzi di comunicazione indipendentemente dalla nuova legge di sistema annunciata, per la Lega, da Alessandro Morelli, presidente della commissione Trasporti e Telecomunicazioni alla Camera.

Rappresentanti di Ordini professionali e sindacali ed istituzioni ecclesiali sono in stato di fibrillazione. La delicata questione è stata affrontata nei giorni scorsi a Zelarino dal Comitato per la comunicazione delle diocesi del Triveneto presieduto dal vescovo emerito mons. Luigi Bressan. Non si è spenta inoltre la polemica innescata dal vicepresidente pentastellato Luigi Di Maio su censure a giornalisti e proscrizione a testate giornalistiche politicamente fastidiose, considerate nemiche del governo del cambiamento.

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