Come superare la “crisi umana”

Le sfide sociali: problemi e soluzioni. Se n'è parlato martedì scorso al teatro don Bosco assieme al vicario generale don Lauro Tisi

“Non è una crisi economica né sociale quella che stiamo vivendo, ma una crisi umana; è saltata la dimensione dell'umano”. Il Vicario generale mons. Lauro Tisi ha messo il dito nella piaga superando, con la sua consueta lucidità e franchezza, le analisi economicistiche e sociologiche del difficile momento che sta attraversando la nostra società.

Lo ha fatto martedì a Pergine nel corso dell'incontro organizzato dalle comunità cristiane dell'Alta Valsugana, ma aperto a tutte le realtà locali, sul tema “Le sfide sociali dei prossimi anni nel nostro territorio. Problemi e ricerca di soluzioni condivise”. Un momento comune di un percorso iniziato tempo fa a Civezzano, dove, ha ricordato Guido Casagrande, l'argomento è stato affrontato da tempo e che il vicario ha proposto di allargare a un territorio più ampio. Trovando piena sintonia nel responsabile della zona pastorale don Remo Vanzetta che fin dall'inizio, citando anche Papa Francesco, ha sottolineato la necessità di superare la distinzione che si è venuta a creare tra “l'io” e “gli altri”.

Non che la crisi sia semplicemente nominalistica. C'è tutta, è concreta e non è facilmente superabile. I dati portati dal dott. Michele Andreaus sono drammaticamente reali. Anche in Trentino, pur con qualche sfumatura meno pessimistica. Ed a soffrire drammaticamente sono le donne e i giovani. Pergine poi sta peggio che il resto del territorio, come confermano gli oltre 4 mila iscritti al centro dell'impiego e gli oltre 600 posti di lavoro persi nell'ultimo periodo. E se è vero che fissiamo al 2007 la data di inizio di questa frana, tuttavia non si può dimenticare che il tutto inizia diversi decenni prima, con una politica industriale assente e un'Italia ferma in tutti i campi. Ovvio che scappino i migliori talenti e che la finanza mondiale, a fronte di una costante instabilità politica, indirizzi i propri interessi altrove e penalizzi l'Italia. La speranza è che, dopo la salutare iniezione di fiducia venuta dal risultato delle elezioni che hanno sottolineato la voglia di stabilità, si imbocchi un cammino virtuoso su cui ricostruire il Paese.

Dati economici che aggravano una fragilità sociale che sta crescendo, creando una vulnerabilità nelle cellule della società, ha aggiunto il dott. Luciano Malfer che ha riportato una significativa definizione dell'ISTAT della crisi. “Una situazione di incertezza che caratterizza la quotidianità della vita delle persone”. E, fondamentale, in questo senso è la situazione della famiglia che nel nostro Paese è semplicemente dimenticata. Col risultato che vantiamo il più basso indice di natalità del mondo e un indice di invecchiamento preoccupante (ormai oltre il 70% dei fondi sociali sono indirizzati agli anziani). Le famiglie sono sempre più piccole e isolate, le donne, per mancanza di politiche di sostegno, disincentivate a mettere al mondo figli, i giovani impossibilitati a crearsi un futuro autonomo.

Soluzioni? Mons. Lauro Tisi non ha dubbi: bisogna superare l'egoismo dell'io predicato e attuato finora, per passare al “noi”, con politiche adeguate e scelte economiche che aiutino a ritrovare il valore della comunità che sola può salvare dal piano inclinato in cui ci siamo pericolosamente messi. Dobbiamo sforzarci di superare l'assenza di motivazioni al vivere e ritornare a sognare insieme. “Insieme si può”, ha chiosato il biario, richiamando uno slogan delle Casse Rurali che opportunamente il presidente Franco Senesi ha ricordato, sottolineando che in fondo proprio la cooperazione è la realtà che meglio di tutte incarna il noi e il bene comune.

Ma è necessario passare dalla analisi ai rimedi. Ed allora ecco la proposta di incontrarsi tutti assieme, realtà ecclesiali, amministrazioni pubbliche, volontariato, per avviare un qualche intervento per lenire i drammi di questa crisi. Non c'è tempo da perdere.

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