La città che verrà

Nell'annuale Innovation Day a Trento a confronto le ultime ricerche sulle smart cities

L’alta tecnologia – oltre che la nostra vita – sta trasformando anche le nostre città? Alla domanda rispondono di sì gli apocalittici che si sentono governati dal Grande Fratello, previsto da Orwell nel lontano 1984. Gli “integrati” replicano invece ottimisticamente che molte idee un tempo ritenute fantascientifiche hanno migliorato la nostra condizione: i Gps per localizzare una posizione, le nuove metodiche mediche, i sistemi di trasferimento di dati…

Basta salire sulla collina tecnologica di Povo e trascorrervi una giornata – precisamente l’annuale Italian Innovation Day, il giorno dell’innovazione, martedì 28 novembre presso i laboratori del Polo Tecnologico – per capire come nella comunità della ricerca scientifica è matura la convinzione del servizio al cittadino perseguito e favorito dall’innovazione digitale. E che è possibile puntare a realizzare (ad alcune condizioni, le vedremo) città che siano davvero smart, ovvero più veloci, ma anche più sostenibili e, se possibile, più umane. Questo il tema proposto nei prodotti di alta tecnologia (vedi a lato) messi in vetrina da EIT Digital, l’organizzazione europea il cui nodo italiano ha sede proprio quassù a Trento, ma anche affrontato in alcuni interessanti confronti fra i principali esperti del settore. Fra l’altro molto giovani – a conferma che almeno nel settore scientifico la meritocrazia non conosce età – e anche molto abituati a chiarezza e sintesi: gli interventi durano appena tre minuti, le domande a raffica puntano al sodo, nessuna divagazione autopromozionale o politicheggiante.

Fioccano e vengono premiate le idee migliori dei giovani, come i sistemi studiati in Belgio per trovare parcheggio senza muoversi in anticipo o le applicazioni varate in Estonia per governare al meglio gli spostamenti dei passeggeri. Ma non è solo il traffico, l’inquinamento o la protezione civile a trarre giovamento dall’innovazione tecnologica. “Trasformando Barcellona in una smart city siamo riusciti a migliorare la partecipazione dei cittadini, dimostrando che la tecnologia non detta legge, ma che anzi attraverso la tecnologia i cittadini possono decidere di più”. Parola di Francesca Bria, l’esperta italiana chiamata dalla sindaca di Barcellona a fare da assessora esterna nel settore (“Chief Tecnology Digital”) per rivoluzionare la città catalana favorendo nuovi canali di partecipazione.

Città invisibili? Forse ai più, ma il movimento di alta innovazione agganciato con Trento conferma che stanno crescendo in tutt’Europa buone prassi che legano strettamente la democrazia allo sviluppo digitale: purchè le regole siano condivise fra tutti gli attori in gioco. E’ la tesi di Daria Tatai, advisor del World Economic Forum, una delle pioniere dieci anni fa di EIT, che martedì ha concluso il suo applaudito intervento a Trento così: “Soltanto con la crescita dal basso di vari nodi d’innovazione in città lontane, messe finalmente in rete, è possibile favorire l’incontro fra aziende, start up e amministrazioni pubbliche”. Nel dibattito, anche tre voci trentine: l’assessora comunale Chiara Maule che ha sottolineato l’importanza della divulgazione ai cittadini, Lorenzo Modena, amministatore della startup Open Move per e il responsabile Smart City del Comune di Trento Giacomo Fioroni che evidenzia l’importanza di definire insieme tra pubblico e privato gli obiettivi per migliorare attraverso l’innovazione tecnologica la vita dei cittadini. Lo scambio d’esperienze è decisivo per intercettare gli appositi Fondi nazionali e soprattutto europei: a Trento, proprio con la collaborazione di Provincia, FBK e Comune sono già attivati iniziative di punta nel settore della mobilità elettrica, del parcheggio per disabili e nello scarico merci. Per non dire dei lampioni intelligenti che si spendono all’occorrenza per risparmiare energia. Anche questo è smart city.

Box:

1) Dove vanno i turisti?

Gli spostamenti di residenti e turisti nel centro storico di Como sono stati monitorati da “Cluvedo” grazie ai dati dei cellulari (ma anonimi), le citazioni nei social network e i sensori conta-persone fissati sui pali della luce.

2) Sos, mettetevi in salvo

Grazie ad Alert System, un'applicazione adottata da 1500 comuni italiani, in caso di calamità naturale, anche di terremoto, è possibile “avvisare” in tempo reale chiamandoli sul cellulare o raggiungendoli con un sms migliaia di abitanti. E' la voce del sindaco a preavvisare come sarà una possibile chiamata.

3) Sicurezza nella guida

Uno dei settori più “coperti” dall'alta tecnologia è la sicurezza alla guida. I dispositivi per aiutare (e non distrarre) gli autisti sono molto ricercati.

4) Autofinanziamento

Grande interesse fra i ricercatori convenuti a Trento anche per i progetti di autofinanziamento attraverso social network.

5) Lo smog sotto cura

Anche le misure antinquinamento possono essere favorite dalla ricerca tecnologica.

6)Attenti alle code

La gestione delle code da parte dei passeggeri è uno dei temi gettonati dalla ricerca in tutto il mondo.

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