La filiera della solidarietà

PEFC Italia ha lanciato l’iniziativa “Filiera Solidale”, invitando le imprese del settore e i consumatori ad acquistare a prezzi equi il legno proveniente dagli schianti

Dopo il passaggio della tempesta Vaia sono rimasti a terra 8,6 milioni di metri cubi di legname (3,5 solo in Trentino), abbattuti dal vento in una sola notte: tanti alberi quanti se ne tagliano normalmente in 5-7 anni. L'uragano del 29 ottobre 2018 ha colpito le foreste alpine del Nordest tra Trentino Alto Adige, Veneto, Friuli Venezia Giulia e Lombardia, in particolare foreste pianificate e certificate. Con l'obiettivo di valorizzare il legname abbattuto, il sistema di certificazione forestale PEFC Italia (che attesta una forma di gestione boschiva sostenibile) ha lanciato il progetto “Filiera Solidale”.

Fin da subito la priorità è stata quella del recupero del legname abbattuto e dello sgombero delle superfici danneggiate, per accelerare la ricostituzione del bosco e contenere lo sviluppo dei coleotteri scolitidi, “ghiotti” di piante sofferenti e capaci di alterare le dinamiche di interi ecosistemi forestali.

La previsione di una grande disponibilità di legname per i prossimi 2/3 anni ha creato una tensione sui prezzi. “Nel periodo immediatamente successivo a Vaia, – riportano Maria Cristina D’Orlando, Francesco Dellagiacoma, Antonio Brunori e Tiziano Delpero in un articolo scritto a quattro mani per Sherwood (la principale rivista tecnico-scientifica del settore) – il prezzo del legname ha subito una contrazione significativa: c’è un’aspettativa ribassista che coinvolge la filiera, provocata dalla grande quantità di legname da smaltire, dai maggiori costi di utilizzazione e dalle difficoltà di riorganizzazione. Il prezzo medio del legname in piedi in Provincia di Trento è passato ad esempio da 55-60 €/m3 del periodo precedente a 25-30 €/m3 dopo Vaia”. Il costo di lavorazione è maggiore per il pericolo di infortuni dovuto alle piante pericolanti, mentre la resa è inferiore per le perdite a causa di rotture e danni.

La Filiera Solidale PEFC promuove l’acquisto a un prezzo “equo” di questo legname, che viene tracciato attraverso la filiera produttiva fino al consumatore finale. “È rivolta a proprietari forestali colpiti, aziende che utilizzano e trasformano il legno e alle associazioni ed entità che intendono collaboratore. Il sistema funziona come una Catena di Custodia specifica per il legname proveniente dagli schianti di Vaia e viene controllata dagli organismi di certificazione accreditati”, spiegano D’Orlando, Dellagiacoma, Brunori e Delpero. L’ingresso del legname nella Filiera Solidale è determinato dai proprietari forestali, che chiedono a PEFC l’uso di un logo apposito. “I successivi passaggi nella Catena di Custodia avvengono con il sistema dei crediti e quindi in base alle quantità acquistate e alla resa media della produzione, rendendo il logo disponibile al cliente successivo”: imprese boschive, segherie, commercianti…

Il progetto, partito a dicembre 2018, ha suscitato fin da subito grande interesse; nel mese di giugno si è raggiunta quota 72 aderenti. Molte aziende certificate PEFC hanno deciso di acquistare legname atterrato in sostituzione del legname che normalmente perveniva da fornitori esteri, o per fare magazzino per gli anni futuri. Oltre ad aiutare i territori colpiti, questa Filiera Solidale contribuisce così a diminuire le importazioni di legname, riscoprendo la risorsa legnosa nazionale: nonostante la sua ricchezza forestale, infatti, l'Italia importa circa l'80% del legno da opera.

La solidarietà è il valore aggiunto di questo legname, che è diventato scenografia di opere teatrali (come i 300 tronchi inviati al teatro Greco di Siracusa per la tragedia “Le troiane” di Euripide), infrastrutture sportive (come ai Mondiali di deltaplano di Tolmezzo), stabilimento balneare (nella laguna di Venezia), alberi di Natale (anche quelli di Camera e Quirinale), gadget e oggetti vari. Tutto marchiato “Filiera Solidale”, per “ricordare agli italiani negli anni a venire quello che la filiera foresta-legno italiana è riuscita a fare in questa situazione di emergenza”, trasformando una tragedia in un’opportunità di sviluppo.

Grazie a Vaia anche i non addetti ai lavori si sono interessati al tema del valore economico e ambientale del legno. “La Filiera Solidale – concludono gli autori – potrebbe essere un momento importante di passaggio culturale: un collegamento forte nella filiera del legno, una conoscenza che abbracci la parte forestale e quella tecnologica, la sostenibilità del suo utilizzo in tutto il ciclo di vita. Un’occasione importante di mettere assieme mondi diversi, per uscire dallo stretto ambito dei forestali e dei costruttori per coinvolgere progettisti, committenti, consumatori e dialogare con la società civile”.

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