La mela di Ippocrate

Un gruppo di ricercatori della Fondazione Mach ha individuato il percorso dei polifenoli nel corpo umano. Scoprendo il ruolo di tramite della flora microbica intestinale

Ippocrate, medico greco vissuto tra il 460 e il 377 a. C., è considerato antesignano della medicina scientifica. Le opere e l’insegnamento portano al superamento della medicina magica e all’avvento di una scienza medica fondata sull’osservazione. Il medico, scrive Ippocrate nell’opera “Aforismi” , deve con il suo intervento facilitare l’opera riparatrice della natura. Non sembri azzardato l’accostamento con i criteri e il metodo scientifico e sperimentale seguito da un gruppo di ricercatori della Fondazione Mach coordinato da Fulvio Mattivi. Attraverso un progetto durato cinque anni, il gruppo è riuscito ad ottenere risultati importanti sul metabolismo delle molecole bioattive presenti nelle mele. I risultati si trovano descritti in un articolo pubblicato sulla rivista “Food Research International “ intitolato: ”Mele e salute, tracciato il percorso dei polifenoli nel corpo umano e il ruolo decisivo del microbiota intestinale nell’azione benefica di questi composti”. Fulvio Mattivi ha coordinato fino allo scorso anno il Dipartimento di Qualità Alimentare  e Nutrizione del Centro ricerca e innovazione della Fondazione Mach che sottende, non in ordine gerarchico ma sinergico e collaborativo, quattro gruppi di lavoro: Unità metabolomica, Unità nutrizione e nutrigenomica, Unità qualità sensoriale, Unità tracciabilità.

Si sa che le mele fanno bene alla nostra salute e questo grazie anche ai polifenoli contenuti nella polpa, ma soprattutto nella buccia. Sui polifenoli nelle mele si è iniziato ad indagare già a metà degli anni ’70 presso il Laboratorio chimico e di ricerca dell’Istituto Agrario di S. Michele a/Adige soprattutto da parte di Giulio Margheri. Una tesi di laurea di cui era correlatore nell’anno accademico 1978-79 dimostrò che la Renetta Canada della Val di Non era la mela più ricca di polifenoli. I risultati di questi primi studi furono ripesi e commentati da Carlo Sirtori nel libro “La mela, il frutto dal volto umano”.

Nel 2000 sulla rivista Alimenti Fulvio Mattivi ha pubblicato con i collaboratori D. Tonon e C. Sanchez un articolo intitolato “Gli antiossidanti polifenolici naturali” . Nell’arco di un quarto di secolo la conoscenza sui polifenoli si era di molto allargata e approfondita.

Torniamo al resoconto dell’articolo firmato da Fulvio Mattivi e collaboratori. I polifenoli, scrive Fulvio Mattivi, sono molecole naturali di interesse nutrizionale, in quanto posseggono attività anti-infiammatorie, anti-diabetogene e anti-cancerogene in modelli in vitro e animali. Non è chiaro però come queste molecole, tra loro estremamente diversificate, possano svolgere queste attività benefiche anche nell’uomo. La ricerca quinquennale è partita da questo assunto.

I ricercatori hanno seguito un gruppo di 12 volontari sani che in due diverse occasioni hanno consumato una spremuta di mele di alta qualità, tal quale, oppure arricchita in polifenoli delle mele. Con l’obiettivo di valutare come i polifenoli presenti nelle mele fossero metabolizzati. Stando ai risultati dello studio, i polifenoli vengono trasformati in 110 diverse forme chimiche che sono state misurate nel plasma e nelle urine. Nessuno dei composti fenolici presenti nel succo di mele si ritrova nell’organismo nella sua forma originale. Infatti questi composti vengono variamente metabolizzati nell’uomo in 110 diverse forme chimiche che compaiono nel sangue e nelle urine. I ricercatori hanno appurato che mentre il 40% dei metaboliti originava dai processi metabolici umani, il restante 60% richiedeva l’intervento dei batteri intestinali (microbiota) per poter entrare in circolo. Non tutti i batteri del bioma hanno le stesse potenzialità genetiche. La composizione del microbiota intestinale appare quindi un fattore importante per mediare l’azione del consumo di mele. 

Nostra nota conclusiva:  il cammino della scienza è orientato verso ulteriori conoscenze. I passi da percorrere non hanno importanza, se la strada imboccata è quella giusta.

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