Provincia, risorse stabili e più certe

Nei documenti che espongono la manovra di bilancio per il 2018 c’è una sferzata di ottimismo. Un titoletto in bella evidenza nella relazione del Governatore, «il Trentino col segno più», è la chiave di lettura che Ugo Rossi offre sul lavoro della Giunta, nell’ultimo scorcio di legislatura, alla luce dei più recenti dati statistici: «Più PIL, più fiducia, più servizi, più occupazione, più qualità dell’ambiente, più investimenti per le imprese, famiglie e cittadini.» In una parola – aggiunge il Presidente – «stabilità», il tratto distintivo dei conti pubblici provinciali, «grazie al lavoro di razionalizzazione della spesa fatto in questi anni, ai provvedimenti adottati e alla collaborazione con altri attori del sistema».

Viene spontaneo chiedersi se questo non sia un ottimismo di facciata, visti i toni meno rassicuranti con cui, soltanto sei mesi fa, il Documento di economia e finanza provinciale (DEFP 2017) avvertiva di «uno scenario sicuramente nuovo, molto diverso dal passato» con «inevitabili conseguenze sull’entità delle risorse disponibili», in cui il concorso del Trentino alle esigenze della finanza pubblica nazionale «colloca le risorse della nostra Autonomia su soglie prossime a quelle che si osservano in altre parti del nord Italia», imponendo «di proseguire la linea di rigore intrapresa sin dall’inizio della corrente Legislatura». A quanti siano incuriositi dal reale spessore finanziario della nostra specialità possiamo dare una notizia cattiva e tre buone.

La cattiva è che le risorse disponibili sono in effetti calate. Nel periodo 2009-2013 ammontavano in media a poco meno di 4,9 miliardi di euro all’anno. Per il 2018 la Provincia può contare invece su meno di 4,5 miliardi, che nel 2020 si ridurranno ulteriormente a 4,4 miliardi. Una dieta di circa mezzo miliardo all’anno: non da morir di fame, ma comunque severa.

Veniamo alle notizie buone. Si stima che quest’anno alla Provincia affluiscano maggiori entrate tributarie, grazie «alle previsioni circa la ripresa economica – osserva la Nota di aggiornamento al DEFP – che risultano molto più sostenute sia per l’Italia che per il Trentino», con il PIL locale dato in crescita dell’1,6% (anziché 0,9%) un’importante sentenza della Corte Costituzionale ci riconosce poi il diritto di utilizzare risorse accantonate per spese differite: un intrigo contabile risolto al meglio. Il quadro finanziario per il 2018 è dunque migliore, di oltre 200 milioni, di quanto previsto sei mesi fa.

Seconda buona notizia. Lo stock di risorse disponibili per l’Autonomia è blindato, perché il nostro contributo alle esigenze di perequazione e di solidarietà nazionale potrà essere variato soltanto nei modi e negli stretti limiti previsti dallo Statuto: è l’effetto del Patto di Garanzia (o accordo di Roma), che da un lato ci tutela, dall’altro ci fa partecipare con trasparenza agli sforzi del Paese per stare in Europa. Questo elemento di certezza consentirà alla Provincia – e siamo alla terza buona nuova – di finanziare nei prossimi anni investimenti pubblici per 1.250 milioni, continuando a garantire i servizi e il sostegno all’economia. In parallelo, le spese per il funzionamento della struttura sono in calo di circa il 10%. Salvo sciagure e purché rimanga alta l’attenzione alla qualità della spesa, il nostro modello finanziario appare sostenibile nel lungo periodo.

Dietro l’ottimismo c’è dunque anche molta sostanza.

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