Rose senza tempo

Pianta antica e moderna, non passa mai di moda, anzi, si rinnova ogni anno. E’ da sempre il fiore messaggero di fascino e bellezza

La rosa è sicuramente la regina dei giardini, così come il geranio è il re dei balconi. Coltivata da sola o in aiuole, a formare siepi, allevata a cespuglio, ad alberello, nana o rampicante, questa pianta regala per tutta la stagione una ubriacatura di colori , suscitando stupore per la bellezza ed il fascino dei suoi fiori dai colori che spaziano dal giallo al bianco, dal turchino al blu scuro, dal rosa al crema. Ma il rosso carico è da sempre il colore per eccellenza delle rose.

La rosa è pianta antica e moderna, non passa mai di moda, anzi, si rinnova ogni anno.

Ad essa i vivaisti e selezionatori danno nomi curiosi e affascinanti, spesso quello di personaggi famosi della storia e dello spettacolo.

Ma tutte le specie e varietà di rose hanno una matrice comune che affonda le radici nel tempo.

La più antica pianta di rosa, dice la cronaca, è una Rosa canina, quella stessa che cresce spontanea nelle aree incolte e lungo le stradine di campagna, presente presso il duomo di Hildeschein in Germania. L’esemplare ha un tronco di 50 centimetri di diametro ed una altezza di 13 metri. Si racconta che fu piantata personalmente da Carlo Magno, conosciuto anche per la predilezione che aveva per questo fiore. Uno splendido esemplare gigante si trova invece a Tolone (Francia), piantato nel 1813, appartenente alla Rosa Banksia, in grado di produrre fino a 50 mila fiori all’anno.

BELLE ANCHE CON POCA FATICA

Pur facile da coltivare la rosa richiede cure ed attenzioni che consentono di avere fioriture belle e durature. Ecco alcuni consigli pratici.

La rosa va innaffiata con regolarità tutto l’anno non dimenticando che tollera bene la siccità rispetto alla troppa umidità, soprattutto durante la cattiva stagione. La quantità di acqua da somministrare è strettamente legata alla posizione: piante soleggiate hanno bisogno di più acqua. In questo caso innaffiare ogni 3-4 giorni. Le rose che soffrono la siccità non sono in grado di fiorire molto ed i pochi fiori prodotti sono piccoli e dai colori smorti.

Durante la fase di sviluppo (da marzo ad agosto) è necessario concimare con complessi granulari (contenenti azoto, fosforo e potassio, ma anche microelementi (magnesio e ferro) in primavera e con concimi a pronto effetto in estate. Meglio se diluiti in acqua.

Al momento del trapianto annaffiare abbondantemente e non lasciar seccare il substrato per almeno 20 giorni. L’acqua fa aderire la terra alle radici che iniziano subito l’attività di nutrimento della parte aerea. Mai dare concime chimico in questa fase (trapianto) e soprattutto in prossimità dell’apparato radicale.

La rosa cresce anche in terreno povero e arido, ma il tutto andrà a scapito della fioritura. Il terriccio ideale deve essere invece fertile e fresco, ricco di sostanza organica.

Eliminare i fiori che avvizziscono e rimuovere le parti appassite. Così operando la pianta riceverà stimoli a nuova vegetazione e fioritura.

Per le rose in vaso è consigliabile non usare letame bovino, pur maturo, ma concimi organici del commercio (pollina, compost, ecc.). Il rinvaso va fatto ogni 3-5 anni. Annualmente tuttavia è bene sostituire lo strato più superficiale del terreno.

FORBICI DUE VOLTE ALL’ANNO

L’operazione della potatura per qualsiasi pianta o arbusto, da frutto o ornamentale, è l’operazione fondamentale per mantenere in salute i vegetali ed avere da essi la massima espressione di vegetazione, fioritura e produzione.

La buona fioritura, lo sviluppo equilibrato, una magra densità della vegetazione e migliore resistenza ai parassiti animali e vegetali dipendono da questa pratica.

La rosa va potata due volte all’anno: una in autunno e l’altra in primavera.

La potatura autunnale si effettua terminata la fioritura. Questa potatura si può chiamare “potatura di pulizia”. Il suo obbiettivo è la ripulitura delle parti morte o secche, degli steli più deboli che più facilmente soffrono durante l’inverno e diventano facile preda di funghi e insetti dannosi.

Le rose rampicanti coltivate nelle zone di montagna, dove gli inverni sono spesso nevosi, in autunno vanno sfrondate dei molti rami. Così facendo si evitano schianti o rotture di rami dovuti al peso della neve. La potatura detta “invernale” in effetti si effettua a primavera, quando non vi è pericolo di ritorni di freddo o gelate tardive. Febbraio e marzo sono i mesi indicati. Questa potatura aiuta la rosa a svegliarsi e crescere ordinata e senza frondosità.

Le rose a cespuglio vanno tagliate anche drasticamente lasciando getti grossi e ben lignificati con almeno 3-5 gemme, rivolte verso l’esterno. Le rose ad alberello vanno curate soprattutto nella forma. Queste necessitano di un buon sostegno capace di sostenere il peso delle grandi e prolungate fioriture ed evitare i danni dovuti all’effetto del vento.

I tagli di potatura vanno sempre fatti al di sopra di una gemma e in forma obliqua, in modo che il taglio sia parallelo allo stelo. Questa modalità ha lo scopo di far scorrere l’acqua o cadere la neve evitando nel contempo pericolo di muffe o penetrazione di agenti fungini. I grossi tagli si devono proteggere con cere o mastici da innesti ad azione cicatrizzante e antiparassitaria.

MACCHIA NERA E ALTRO

I rosai sono soggetti ai danni causati da una serie di parassiti vegetali e animali oltre ad acari.

Con la stagione calda e le piogge compare la temibile ticchiolatura o macchia nera nome che gli deriva dal colore che assumono le parti colpite delle foglie, cioè più o meno ampie macchie nerastre sulla pagina superiore. Nei casi di gravi attacchi di ticchiolatura, con infezioni fogliari molto diffuse, le piante colpite si defogliano prematuramente e vanno incontro ad uno stato di generale debolezza che si traduce poi, in una ridotta produzione di fiori e sviluppo vegetativo. La malattia si previene trattando le piante con prodotti a base di rame, ossicloruri, poltiglia bordolese o fungicidi i moderni sistemici. La ticchiolatura è accompagnata dal mal bianco (oidio) della rosa che si evidenzia con una patina biancastra sui germogli più teneri. Antidoto principe è lo zolfo o antioidici specifici che normalmente si miscelano con i prodotti usati contro la macchia nera.

Oidio e macchia nera vanno prevenuti iniziando la lotta in primavera, al momento del germogliamento, ripetendo l’intervento ogni 6-8 giorni e comunque, come si fa per la peronospora della vite, anticipando la copertura della vegetazione prima della pioggia prevista. Risulta sempre consigliabile il taglio e la bruciatura delle parti colpite asportate.

In periodi molto umidi e piovosi i fiori possono facile preda della muffa grigia.

I nemici animali delle rose sono gli afidi e il ragnetto rosso. Non infrequente anche la presenza delle minatrici fogliari, cetonie, oziorrinco e nottue che si nutrono dei teneri boccioli e delle foglie che evidenziano in tal caso antiestetiche rosure. Contro questi insetti vanno eseguiti trattamenti specifici con prodotti insetticidi e acaricidi. Consigliati per una lotta ecologica quelli a basso impatto ambientale e breve periodo di carenza che il vostro fioraio saprà consigliarvi Per afidi e simili, ad esempio, usare pietrine sintetiche o naturali, Delta e Cipermetrine.

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