Turismo, la carta ospitalità diffusa

Oltre all’aspetto economico d’integrazione al reddito, la positività di questa modalità di accoglienza è data dalla socialità che si viene a creare sul territorio

Un modello turistico veloce e facile da gestire, che restituisce al turista la sincerità di un territorio. Questo si propone di essere la cosiddetta “ospitalità diffusa”, proposta giovedì scorso agli abitanti di Tenna, nella sala consiliare del comune. Non si tratta di un’idea nuova, anche se l’intuizione, in Trentino, è partita proprio dalla Valsugana, e in particolar modo da Calceranica al Lago, dove, a fine 2017, questa nuova possibilità era stata presentata alla cittadinanza.

“Si tratta di un progetto che, in breve tempo, riesce ad andare sul concreto”, ha spiegato il sindaco di Calceranica Cristian Uez nel corso del recente incontro svoltosi a Tenna. Si parla di tempi brevi perché, a fine aprile 2018, erano già state messe online, pronte per essere affittate, 5 seconde case. L’accoglienza diffusa sfrutta infatti il patrimonio edilizio esistente – e, per l’appunto, le seconde case che, altrimenti, rimarrebbero inutilizzate – a fini turistici.

Considerando la crescita del turismo in Trentino – si parla del 7,6% di arrivi in più nel 2016 secondo dati dell’ISPAT – ed il costo di mantenere una seconda casa (dai 2 ai 4 mila euro all’anno), sottoutilizzare le proprie abitazioni è “un lusso che non possiamo più permetterci”, ha spiegato Giorgio Vergot, consigliere per le Attività sociali della Cassa Rurale Alta Valsugana che è partner del progetto assieme all’APT ed alla Comunità di Valle Alta Valsugana e Bersntol.

Attualmente a Calceranica sono 12 le adesioni formali (in aumento) di proprietari che hanno scelto di destinare le proprie seconde case al turismo. L’indotto generato sul territorio, finora, è stato di 39 mila euro, di cui 30 mila in prenotazioni, per un totale di 80 soggiorni (923 notti).

Tra i restanti 9 mila, tanti sono andati a confluire in attività locali, come ad esempio l’azienda agricola di Calceranica, che è stata visitata da tutte le persone arrivate sul territorio grazie all’accoglienza diffusa. “L’obiettivo è accorciare la filiera in senso lato, e quindi abitativa, produttiva e di appartenenza territoriale”, ha spiegato la vicesindaca di Calceranica Cinzia Tartarotti.

A Tenna, come ha ricordato Francesco Gabbi di CBS (Community Building Solutions), che ha il compito di gestire il progetto soprattutto nelle sue prime fasi, da una prima analisi, sono state censite 191 seconde case, per un totale di 200 proprietari. Per la maggior parte, i proprietari hanno una sola seconda casa, e vivono principalmente, se non a Tenna (57%), in Trentino (27%).

“Negli anni ’80 e ’90 Tenna era un paese pieno di seconde case che ospitavano turisti, soprattutto olandesi”, ha ricordato il sindaco Antonio Valentini. Perché Tenna potesse almeno in parte rivivere la sua “stagione turistica” è stata promossa, alcuni anni fa, un’altra forma di turismo, l’albergo diffuso, che però non ha preso piede. Ci si riprova, ora, con una forma più libera ed informale come l’ospitalità diffusa.

Non è la sola iniziativa in ballo attualmente: anche il colle è “in movimento” perché, come ha spiegato la vicesindaca Loredana Camin, “stiamo pensando un progetto, parallelo a questo, di riqualificazione agricola del colle; a breve verranno coinvolti i proprietari”.

Scopo finale dell’ospitalità diffusa sarebbe la creazione di una “cooperativa di comunità”. Infatti, come ha ricordato Giorgio Vergot, oltre all’aspetto economico d’integrazione al reddito, la positività dell’accoglienza diffusa è data dalla socialità che si viene a creare sul territorio.

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