Un corso di laurea in tecnologia del legno

La proposta lanciata nei primi anni ’70 da Rodolfo Cividini non ha avuto seguito. Potrebbe essere ripresa dall’Università di Trento e dall’Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree (Ivalsa) di S. Michele

E’ datato San Michele all’Adige, 15 settembre 1975, un articolo intitolato “Una laurea per il settore legno a Trento” firmato da Rodolfo Cividini e pubblicato nello stesso anno su Terra Trentina. L’autore ricopriva già dal 1970 l’incarico di direttore di ricerca dell’Istituto del legno del CNR (Centro Nazionale Ricerche) presso la sede di S. Michele.

Cividini era approdato a S. Michele nel 1964 con l’incarico di seguire e coordinare il progetto di costruzione dell’Istituto del legno su un’area edificabile distante meno di un chilometro dall’Istituto agrario provinciale.

La costruzione della sede staccata dell’Istituto del legno di Firenze fu completata in pochi anni e inaugurata l’11 novembre del 1968. Pur dipendendo da un ente nazionale, la sede di S. Michele era stata auspicata e favorita da Regione e Provincia con la messa a disposizione del terreno e un consistente coinvolgimento finanziario.

Bruno Kessler che al tempo era presidente della Provincia  e dell’Istituto agrario di S. Michele riteneva che i due istituti potessero svolgere un’importante attività di sostegno e propulsione a favore dell’agricoltura e del settore forestale del Trentino. Con una differenza sostanziale. Mentre l’Istituto agrario continuò ad esercitare le sue funzioni didattiche, di ricerca e consulenza con grande visibilità verso l’esterno, l’Istituto del legno operò fin dall’inizio senza clamore. Ciò non significa che sia venuto meno ai propri compiti istituzionali: studio, su base scientifica, del legno nelle sue varie specie e in funzione delle sue molteplici applicazioni nelle attività industriali e artigiane; assistenza a tutte le imprese di trasformazione del legno; raccolta e diffusione di documentazione riguardante l’attività scientifica e tecnica. L’attività svolta ha avuto per oggetto i seguenti settori: meccanizzazione delle utilizzazioni forestali nell’Arco alpino, stagionatura e regimi di essiccamento artificiale del legno di specie nuove e di maggior consumo; studi sulla valorizzazione del legno e sulla utilizzazione dei cascami.

La proposta di istituire un corso di laurea in tecnologia del legno contenuta nell’articolo di Terra Trentina rispecchiava ad un tempo il vissuto personale e professionale di Rodolfo Cividini e l’attività dell’Istituto del legno. Cividini era nato a Trieste nel 1917, ma trascorse molti anni (fino ai primi anni ’60) in Jugoslavia (Zagabria) dove impostò e completò la sua preparazione accademica e professionale (teorica e pratica) nei due ambiti legati al bosco e al legno.

Nell’articolo appare chiaramente definita la distinzione fra il laureato in scienze forestali e ingegnere esperto di tecnologie applicate al legno. La distinzione trova conferma facendo riferimento a quanto si stava facendo in altri paesi quali la vicina Austria. Dove è ben definita e tenuta in grande conto la figura dell’ingegnere forestale. C’è semmai da sottolineare che l’ingegnere austriaco si occupa più di strutture e infrastrutture che di utilizzazione del legno.

A questo punto sorge la domanda: la proposta di Rodolfo Cividini è ancora valida e merita di essere ripresa?

Nell’ambito dell’Ordine dei dottori agronomi e forestali della Provincia di Trento si ritiene che la proposta sia superata dai nuovi programmi proposti nelle Università italiane che comprendono un dipartimento di scienze forestali.

Gli insegnamenti proposti all’Università di Padova, ad esempio, arrivano a 220. Nell’insieme sono comprese anche materie proposte da Cividini.

Altri potranno intervenire sull’argomento. Noi riteniamo che potrebbe essere realizzata, salvo aspetti legislativi ed economici, unendo le competenze del dipartimento di ingegneria dell’Università di Trento e dell’Istituto del legno che in anni recenti è diventato Istituto per la valorizzazione del legno e delle specie arboree rimanendo legato amministrativamente all’omologo istituto di Firenze.

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