Voglia di crescita, sul monte Baldo

Perplessità e proposte emerse da un incontro con la popolazione

L’argomento va inquadrato geograficamente e storicamente per aiutare i lettori a capire l’importanza e i contenuti di un incontro popolare che si è svolto nella serata del 26 ottobre 2018 nella sala convegni di Palazzo Baisi a Brentonico. Titolo: “Prospettive di sviluppo agricolo nel Parco Naturale del Monte Baldo”. Promotori: Comune di Brentonico, Parco Monte Baldo, Consorzi di miglioramento fondiario di Brentonico, Cazzano, Castione e Crosano, Associazione tutela marroni di Castione.

Il massiccio montuoso denominato Monte Baldo occupa una superficie di 390 Kmq., interessando in totale 15 comuni suddivisi tra la provincia di Trento (42%) e la provincia di Verona (58%). I Comuni che hanno maggiore superficie sul Monte Baldo sono Brentonico, Avio, Malcesine e Caprino Veronese.

Quello del Monte Baldo è il primo Parco naturale locale del Trentino. E’ nato nel 2013, grazie alla volontà dei comuni di Ala, Avio, Brentonico, Mori, Nago-Torbole e delle Comunità di Valle della Vallagarina e dell’Alto Garda e Ledro.

Porta la data del 20 febbraio 2014 un articolo intitolato “Il Parco del Baldo ora passa alle azioni” . Si tratta di 10 iniziative aventi lo scopo di coniugare ed integrare la salvaguardia dei notevoli valori naturalistici del Monte Baldo con uno sviluppo economico sostenibile e con le attività umane, agricoltura e turismo in primis.

A cinque anni di distanza varrebbe la pena verificare analiticamente e criticamente i risultati ottenuti, tenendo conto non solo della mole di impegni affrontati dai gruppi di lavoro preposti a ciascuna delle dieci iniziative, ma anche dell’entità dei contributi ricevuti dalla Provincia e dall’Unione Europea per portarle a compimento. Il fatto che rientrassero tutte nel progetto LIFE + TEN (Trentino Ecological Net Work) induce a ritenere che avevano come ambito di operatività prevalente la salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente del Monte Baldo. Inteso come ecosistema integrale e integrato, considerando quindi anche l’agricoltura.

Se la castanicoltura da frutto può ritenersi coltivazione tradizionale e consolidata nei distretti di Castione, Besagno, Cazzano e Crosano, altri tipi di coltivazione sono stati introdotti in tempi recenti. I dieci componenti del gruppo Baldensis fondato da Angelo Giovanazzi (oggi 4 di essi sono associati in rete di impresa) hanno introdotto erbe officinali, ortaggi biologici e zafferano. C’è spazio per intraprendere, fatti i debiti sondaggi agronomici, altre coltivazioni. Senza trascurare ovviamente i prati e pascoli che danno sostentamento ad una zootecnia da latte di buon livello.

Federico Bigaran, direttore dell’Ufficio per le produzioni biologiche della Provincia di Trento, ha svolto la relazione introduttiva alla serata, dimostrando con dati alla mano che ci sono molti terreni agricoli in abbandono, ma recuperabili. Il messaggio più importante contenuto nella sua relazione ha riguardato la sostanziale differenza tra Consorzi di miglioramento fondiario e Associazioni fondiarie. Legati a schemi e ambiti operativi molto rigidi i primi. Accessibili su base volontaria e dotate di ampio spazio operativo le seconde. Le associazioni fondiarie (ASS.FO) sono nate in Francia nel 1972. Le prime esperienze in Italia risalgono al 2012. Sono associazioni di proprietari fondiari che si occupano del miglioramento funzionale dei terreni incolti e abbandonati. Il singolo proprietario stipula un contratto di usufrutto del terreno in favore dell’associazione. Gli aderenti elaborano insieme un progetto agronomico (specie da coltivare, modalità di gestione) e si impegnano a realizzarlo. Le proprietà sono difese nel senso che non sono assolutamente usucapibili. Dall’esperienza francese risulta che le destinazioni d’uso dei terreni e i progetti in corso hanno riguardato: attività pastorali e zootecniche d’alpeggio, sfalcio delle aree produttive, gestione selettiva del bosco per la selvicoltura, coltivazione di piante officinali, realizzazione di arboreti con finalità alimentari zootecniche, allevamento di galline ovaiole, apicoltura. Il dr. Bigaran ha fornito puntuali informazioni su come procedere per costituire un’associazione fondiaria. Dopo di lui hanno parlato i presidenti dei consorzi di miglioramento fondiario promotori dell’incontro. Da parte del pubblico (un centinaio di persone) sono stati effettuati diversi interventi. Poche le proposte concrete e definite. Ma molte le attestazioni di volontà ad aderire a iniziative coordinate e condivise. Serve innanzitutto superare le diversità di atteggiamento e disponibilità di agricoltori (pochi) e degli addetti ad altri settori. L’obiettivo si potrebbe raggiungere o almeno affrontare organizzando durante il prossimo inverno un corso di animazione socio-economica fondamentale per consentire la formazione di una prima rete collaborativa. Coerente con gli scopi dell’incontro l’intervento competente e appassionato di Fulvio Viesi animatore dell’Associazione tutela marroni di Castione che ha dimostrato con molto calore come sia possibile superare le difficoltà quando si ha chiaro l’obiettivo da raggiungere.

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