Attività umanitarie e gemellaggi scolastici

Don Elio Sommavilla, classe 1927, già docente di matematica in Seminario a Trento e cattedratico di geologia all'università di Ferrara, è dal 1976 un autorevole e riconosciuto “ambasciatore” al di fuori dei ranghi diplomatici della Somalia. In tale veste ha coordinato progetti umanitari mentre riveste ancora le funzioni di responsabile dell'Associazione “Water for Life” (“Acqua per la vita”). In Trentino da qualche settimana per cure fisiche e un meritato riposo confida di aver recuperato in salute e di sentirsi tranquillo per il procedere degli eventi nella sua istituzione che continua a sostenere da “profugo” a Nairobi in Kenya, dove era stato costretto a riparare precipitosamente dopo lo scoppio delle ostilità nel Paese, fomentate dalle varie forme di integralismo islamico e dalle contrapposizioni tribali.

“Aderelio” (zio Elio) come è conosciuto sa di avere cresciuto un ottimo staff dirigenziale per un'organizzazione che continua a lievitare, come un impasto, basti pensare che gli allievi delle elementari e delle medie di Water for Life sono più di 23 mila, senza contare gli studenti della scuola di agraria e delle altre branche professionali e che gli attuali dirigenti sono i ragazzi di strada degli anni Ottanta e Novanta del 1900.

Oltre che a proventi di aiuti umanitari internazionali, la sua opera fa affidamento alla solidarietà, dice Sommavilla, di “vecchietti che all'ozio preferiscono un'operosità creativa” e delle istituzioni trentine.

In questo momento si sta lavorando intorno ad un progetto per la desalinizzazione dell'acqua. Si tratta di un incontro positivo fra generazioni, solo apparentemente distanti anche fisicamente, con le classi più giovani legate da rapporti di amicizia consolidati da gemellaggi. Una cinquantina di sezioni scolastiche somale mantengono legami con altrettante classi del Trentino: un'esperienza esclusiva che sarà riportata dai protagonisti in fase di elaborazione, per la parte grafica da parte degli Allievi della Scuola grafica degli Artigianelli. E grazie ad un lascito di 25 mila euro sta per riprendere l'attività il Centro informatico distrutto dai “signori della guerra”. Si tratta di segni di speranza per un Paese considerato tra i più poveri e violenti del mondo.

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