Dalle lenzuola per i lebbrosi un patrimonio etnografico

Il gruppo AIFO di Rovereto ha donato al Museo di San Michele i “pezzi” raccolti nel corso degli anni per l’attività di sostegno ai lebbrosi

Non si interrompe l’attività ultraquarantennale della sezione roveretana dell’Aifo, l’Associazione Italiana Amici di Roul Follereau, che animerà anche quest’anno al Giornata mondiale dei Malati di Lebbra. Dopo un inevitabile periodo di pausa seguito alla scomparsa del dinamico presidente Enzo Zecchini, il gruppo di volontari ha ripreso nella sua attività di condivisione che si sviluppa durante l’anno (attraverso un laboratorio per realizzazione di coperte di lana) ed ha il suo culmine nella Mostra mercato di gennaio, quest’anno in programma dal 25 al 29 gennaio presso “Beata Giovanna a Rovereto (vedi a parte).

C’è un significativo risvolto, che è sociale e culturale insieme, emerso quest’anno nel tentativo di valorizzare il materiale raccolto nel passato. Per molti anni, infatti, le volontarie e i volontari dell’AIFO sono stati impegnati nell’opera di recupero delle lenzuola vecchie e dei corredi casalinghi per trasformarli in bende e materiale di servizio ai lebbrosari collegati all’Associazione. Una sorta di “riciclo” doppiamente valido perché oltre a dare un aiuto concreto alle strutture sanitarie consentiva di ridare vita a tessuti altrimenti dimenticati o addirittura buttati.

L’opera di raccolta è stata talmente abbondamenti e capillare in tante case trentine, non solo della Vallagarina, che ne è scaturita una vera e propria collezione di arredi per la casa. Una testimonianza unica della cura con cui abili mani confezionavamo con pazienza certosina tavaglia, tovaglioli e altri manufatti ricamati o decorati a mano. L’interesse anche etnografiche per quanto era rimasto finora nascosto nei ripostigli delle case trentine è stato confermato quando gli amici dell’Aifo sono stati invitati a promuovere una mostra dal titolo appunto “Dal cassettone della bisnonna”, ospitato in varie realtà.

“Dopo aver verificato l’interesse anche culturale per questa collezione – spiega Franca Zecchini, vedova di Enzo e anima del gruppo roveretano – ci siamo interrogati come gruppo sulla destinazione di questo patrimonio. Ci è sembrato – visto anche l’itneresse dei promotori – che la sede più adeguata e sicura fosse il Museo degli Usi e Costumi della Gente trentina di San Michele all’Adige. Per qusto nel corso dell’anno abbiamo provveduto a donare questo materiale che sarà così valorizzato nella cura, nel deposito e nella presentazione al pubblcio”. Lenzuola con preziosi decori, tovaglioli, centri tavola e tanti altri oggetti del corredo familiare troveranno così una ulteriore valorizzazione.

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