“Diamo colore alla vita!”

Fresche e spontanee testimonianze artistiche realizzate col solo scopo di nutrire la bellezza

Qualche secchio di colore e un pennello professionale: cosa chiedere di più dalla vita? Sembrano dire questo le immagini che proponiamo in questa pagina, rispondendo volentieri alla sollecitazione di Mario Dinucci, “l’imbianchino senza frontiere” che i nostri lettori già conoscono (si veda Vt n. 42/ottobre 2017) e che è tornato a trovarci in redazione con un pacco di immagini stampate su carta fotografica lucida.

Sono le foto delle opere d’arte – non ci sentiamo di definirle altrimenti – realizzate durante l’ultimo soggiorno di Dinucci in Thailandia dai bambini e dalle bambine accolti dai Padri Camilliani nel loro Centro di Chiangrai, che fa parte della St. Camillus Foundation of Thailand. Questo ente morale riconosciuto dallo Stato tailandese accoglie bambine e bambini disabili in età prescolare e scolare, offre loro ospitalità, cure, ma soprattutto affetto. A sostenere la benemerita opera dei Camilliani c’è anche un certo numero di benefattori dall’estero, grazie alle adozioni a distanza.

Sono più di 250 i bambini e le bambine che al Centro crescono in un'atmosfera familiare seguendo programmi e attività alternative, mentre studiano nella scuola locale. E la disponibilità di Dinucci a mettersi a loro disposizione condividendo i segreti della sua arte pittorica è stata subito colta con entusiasmo. “Sono bambini e bambine che soffrono di varie disabilità, fisiche o psichiche, sensibilissimi, ma non li ho mai visti chiudersi, deprimersi, non li ho visti autocommiserarsi”, raccontava Dinucci a Vita Trentina.

I piccoli ospiti del Centro di Chiangrai si sono buttati con gioia nell’impresa che li ha portati ad abbellire il loro Centro con dipinti che tradiscono, è vero, l’incertezza del segno, come è inevitabile, ma appaiono fresche e spontanee testimonianze artistiche capaci di rendere più bello e vivace il luogo dove vivono le loro difficili vite.

Colpiscono le più varie sfumature di verde, i gialli vividi, gli arancione, i rossi brillanti sparsi in quei quadretti incorniciati e appesi nei corridoi del Centro, che raffigurano paesaggi naturali caratteristici della Thailandia, scenari ricchi d’acqua, torrenti, personaggi quasi fiabeschi, animali fantastici e anche schematici autoritratti.

In controtendenza rispetto a certe narrazioni che, il lettore ne converrà, finiscono talvolta per indulgere alla spettacolarizzazione del dolore, della sofferenza, della malattia al fine di far aprire il portafoglio, questi dipinti non nascono per suscitare sentimenti di pietà, da tacitare con un obolo frettoloso. Ma testimoniano un’insopprimibile gioia di vivere, nonostante e, anzi, a dispetto delle difficoltà, che fa onore a chi li ha realizzati col solo scopo di nutrire la bellezza. E farne dono a quanti abitano il Centro o vi si recano in visita. Un puro atto di dono gratuito, che fa onore anche a chi ha saputo lasciar fare a queste bambine e bambini, consentendo loro di manifestare insospettabili e insospettati doni e capacità.

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