Iran, Trump si sfila

Camporini (vivepresidente Iai): “Accordo da salvaguardare, ma…”

Il presidente Donald Trump ha deciso l'uscita degli Stati Uniti dall'accordo sul nucleare iraniano, siglato nel 2015. La scelta rimette in discussione l'intesa, firmata anche da Cina, Francia, Germania, Gran Bretagna, Russia e Ue, tutte intenzionate ad andare avanti con l'Iran, e pone problemi di sicurezza regionale con Arabia Saudita e Israele che seguono con preoccupazione le mosse iraniane.

Il generale Vincenzo Camporini, già capo di Stato maggiore dell'aeronautica e della difesa, attualmente vice presidente dell’Istituto affari internazionali (Iai), in un’intervista all’agenzia Sir sottolinea come la mossa Usa finisca per indebolire il presidente iraniano moderato e riformista Rohani, rafforzi gli ultra-radicali e i pasdaran e rischi inoltre di avere pesanti ripercussioni per la sicurezza regionale, rendendo concreta la possibilità di un confronto militare tra Iran e Israele, anche “a prescindere dalla questione nucleare”, per via della tensione “lungo i confini nord di Israele, con Siria e Libano”.

“L’accordo iraniano – dice Camporini al Sir – deve essere salvaguardato perché, pur non essendo sicuramente perfetto, è il migliore possibile”.

Alla domanda sull’interesse dell’Iran a continuare a rispettare l’accordo, ora che gli Usa si sono ritirati, Campronini ha risposto che “molto dipenderà dalle sanzioni che verranno reimposte da Trump e dei loro effetti nei confronti dei Paesi che ora operano senza sanzioni”.

Quanto all’Unione europea, che può rivendicare l’accordo con l’Iran sul nucleare come il suo più grande successo diplomatico, per Camporini resta il ruolo “importante” giocato in questa vicenda dall’Alto Rappresentante per la politica estera, Federica Mogherini, anche se rimane “scettico” sulla possibilità di rafforzare e rilanciare l’accordo: “Chi ha negoziato l’accordo è stato certamente l’Alto Rappresentante in nome e per conto dei Paesi che lo hanno siglato, cioè Francia, Gran Bretagna e Germania. Credo sia difficile immaginare un’azione di rilancio che possa coinvolgere tutta l’Europa”.

Quali ora i possibili sviluppi? "Le prossime mosse degli europei sono tutte da verificare – osserva al Sir Andrea Bartoli, diplomatico ed esperto in risoluzione dei conflitti, – ma c’è, ancora, un margine minimo di svolta che potrebbe tradursi, paradossalmente, in un Iran che crede ancora alla forza dell’accordo anche attraverso quello che la comunità internazionale, ad eccezione degli Stati Uniti, potrebbe garantirgli. Si aprirebbe in tal modo uno scenario di isolamento per Usa e Israele, mentre si allargherebbero le distanze tra gli Usa e l’Europa con forme che non si erano mai viste, anche se già oggi abbiamo prova delle nuove dinamiche e dei nuovi equilibri che si stanno realizzando in chiave europea".

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