Profughi siriani, il desiderio di tornare. Parlano i volontari di operazione Colomba

Ascoltando i racconti di Fabrizio e Marta – non freddi resoconti, ma appassionate testimonianze – si capisce cosa significhi la parola “patria”. Fuori da ogni retorica, si comprende cosa vuol dire “terra dei padri”. Ritornare in Siria per i profughi dei campi in Libano è tutto. “Parlano della Siria ‘lontana’, in questo momento inaccessibile – osserva Marta Matassoni -, con grande nostalgia, con un grande desiderio di tornarci”. Creare delle zone dove non sia possibile solo uccidere o essere uccisi, ma semplicemente “essere lì”, dove stare con loro è molto importante. Poiché questo sarebbe lo status di “zona umanitaria”: non ho armi, non mi schiero, sto con le persone più inermi e pacifiche e vivo con loro.

Tutto questo è profetico – sottolineano Fabrizio Bettini e Marta Matassoni -, profetico nel senso letterale che annuncia il futuro, dà una prospettiva, accende una scintilla di pacificazione vera. La profezia in Siria sono Corpi civili di pace che si interpongono, stanno con le persone, condividono la vita quotidiana e tutti i rischi che questo comporta. Forse l’unico modo davvero per arrivare alla pace.

Per ora i profughi vivono nei campi, in tende che sono troppo calde d’estate e tanto fredde d’inverno, alternando momenti di grande sconforto non vedendo nessuna prospettiva a momenti in cui si rianima la speranza. “La vita nei campi è difficilissima – dice Marta -, il Libano non li riconosce come profughi, non lavorano, non possono girare, ci sono blocchi di polizia ovunque, se uno esce lo arrestano e poi è un’impresa liberarlo, solo per avere qualche notizia di lui servono centinaia di dollari, se è finito in prigione di soldi ne servono migliaia. Si sentono come sospesi, in attesa, fermi. Tremendo. Noi viviamo in due tende mescolate alle loro tende. E’ bastata la nostra proposta di creare una piccola scuola per i bambini – ospitati in una tenda – per rianimare i genitori. Questi genitori si sono sentiti ancora genitori, hanno riscoperto un motivo per continuare ad esserlo, la loro funzione educativa, quella di condurre i loro figli, far crescere le loro creature. E’ stata una cosa straordinaria, complicata e semplice allo stesso tempo. Ma questi genitori si sono sentiti rinascere, non si sono più sentiti inutili, impotenti di fronte ai loro figli”. Meraviglia, miracolo vero, scaturito da piccoli gesti di condivisione.

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