Ritorno a Prijedor

La città nella repubblica serba di Bosnia rappresenta il fulcro delle contraddizioni della nostra travagliata epoca

Ci sono luoghi che nell’immaginario collettivo assurgono a simbolo di un’epoca. La città di Prijedor nella repubblica serba di Bosnia rappresenta il fulcro delle contraddizioni della nostra travagliata epoca, tesa al superamento dei confini in un’Europa unita ma nel contempo travagliata da guerre etniche e attraversata da fenomeni di sovranismo.

La stessa storia della città è al centro di queste contraddizioni: situata nella parte settentrionale della Repubblica Serba di Bosnia è la terza municipalità per numero di abitanti nell'entità anche se una volta era la seconda, a causa dei conflitti bellici che scoppiarono in Bosnia nei primi anni novanta, facendo scendere la popolazione (soprattutto Bosgnacchi) ai 97.588 abitanti al censimento 2013. Un lembo di Serbia nel cuore pulsante della Bosnia, enclave ortodossa nel centro della Bosnia musulmana. Proprio per questo motivo, di estrema contraddizione, Prijedor venne scelta dalle associazioni pacifiste trentine quale luogo privilegiato di rapporti fra Trentino ed ex Jugoslavia, allora in piena guerra intestina fra le diverse nazionalità. Un'associazione in particolare votò nel proprio regolamento il legame indissolubile con la vicenda di Prijedor: il "Progetto Prijedor", presieduta ora da Dario Pedrotti, dopo la "storica" presidente Cristina Bertotti.

Scambi culturali

Da allora acqua ne è passata parecchia sotto i ponti della Bosnia. L’anno scorso, la visita di docenti e dirigenti della comunità di Prijedor a Trento è stata l’occasione per incontrare gli insegnanti trentini e offrire un momento formativo per riflettere sull’importanza delle relazioni e degli scambi tra scuole di differenti contesti. L’incontro ha avuto lo scopo di favorire la creazione di legami educativi tra insegnanti e promuovere lo scambio di buone pratiche. L’evento si proponeva di sviluppare consapevolezza interculturale e coscienza critica della propria realtà e di realtà differenti, di consolidare scambi professionali e attivare esperienze di cooperazione tra scuole.

Molteplici i programmi di “Progetto Prijedor”: anzitutto il gemellaggio tra due classi dell’Istituto Superiore la Rosa bianca di Predazzo e la Scuola Economica di Prijedor; quindi una classe del Liceo galilei di Trento e il Liceo di Prijedor; una classe dell’Istituto Agrario di San Michele e l’Istituto Agrario di Prijedor. Il gemellaggio si è concretizzato con visite-studio presso le rispettive scuole ma con il valore aggiunto che gli studenti si sono ospitati reciprocamente nelle proprie famiglie.

Successivamente, a distanza di un anno, si sono rinnovati lo scambio e il confronto di esperienze scolastiche tra 18 insegnanti di Prijedor e sei insegnanti del Trentino. E’ stata l’occasione per far emergere dal percorso intrapreso ulteriori spunti di interesse su temi e competenze relative all’educazione alla cittadinanza globale, ed in particolare sull’educazione ambientale e sull’educazione cooperativa a scuola. Con vari scopi: comprendere le potenzialità educative nella costruzione di una società equa, giusta e solidale; presentare e sperimentare le metodologie dell’ECG; conoscere il contesto dei Balcani e del Trentino attraverso cenni storici e culturali; conoscere un segmento particolare della storia del Novecento; sensibilizzare al tema della memoria; condividere esperienze e buone pratiche attraverso le testimonianze di insegnanti e studenti/ esse che hanno partecipato ad attività di scambio con i Paesi balcanici.

Trento a Prijedor

Ora Prijedor è un’altra città. Non perché siano svanite le contraddizioni, tutt’altro, ma perché l’aria che si respira è diversa ed è quello che hanno colto le migliaia di profughi che in questi ultimi anni sono rientrati ricostruendo le loro vite dalle macerie.A questa rinascita della città di Prijedor e dei villaggi che la circondano Progetto Prijedor ha dato un contributo importante, che va oltre gli innumerevoli progetti realizzati e che ha a che fare proprio con quel clima di distensione che le nostra presenza di amicizia ha favorito.

Massiccia la presenza trentina in città e nella regione, merito dell’associazione ma anche delle realtà amministrative trentine, a cominciare da Provincia e Regione. Proprio al centro della città il luogo symbol, la piazza dedicata all’amicizia col Trentino vede un’opera impegnativa come la pubblica fontana “Jereza” ristrutturata nella primavera 2013, a testimonianza perenne e a simbolo della vita, prosperità e amicizia della città di Prijedor con la Provincia Autonoma e la Regione Trentino Alto Adige-Südtirol mediata da Progetto Prijedor. Quindi i numerosi murales da cui è abbellita la città, sorti nell’arco degli ultimi venti anni a partire da quello – bellissimo- della nostra conterranea Paola De Manincor sulla parete della palestra delle scuole primarie di Prijedor, inneggiante alla vita. Nel prosieguo di tempo l’iniziativa è stata incrementata dalla stessa amministrazione locale, tanto che a tutt’oggi non si conta la fitta rete di murales che abbelliscono le mura cittadine. Segno della vita che ritorna!

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