Un ambizioso patto globale per un mondo migliore

Le strategie delineate prevedevano innanzitutto l’impegno a costruire un’effettiva alleanza globale per lo sviluppo

Millennium Goals, Onu, mondialitàQuartier Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite a New York, 6 settembre 2000. Si apre il Vertice del Millennio, una riunione dei Capi di Stato e di governo di tutto il mondo chiamati a delineare il ruolo dell’ONU nel XXI secolo. Compito non semplice quando sul tavolo c’è l’ideazione delle linee programmatiche di una strategia globale per ridurre la povertà estrema e per raggiungere una serie di standard di benessere in tutto il mondo in un tempo circoscritto, l’anno 2015.

Altisonante. Solenne. Cruciale. Non può essere definita diversamente la Dichiarazione del Millennio allora espressa dal consesso. La libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, la tolleranza, il rispetto per l’ambiente e la responsabilità partecipata furono identificati come la comune piattaforma di dialogo dei 191 Stati membri dell’ONU che si impegnarono in quella data simbolica, all’alba del terzo millennio.

Con l’aspirazione finale di costruire un mondo non solo diverso, ma migliore, vennero fissati 8 obiettivi-cardine, i cosiddetti obiettivi di sviluppo del millennio, per la cui soddisfazione ci si sarebbe impegnati a livello globale attivando un inedito patto di collaborazione tra il nord e il sud del mondo.

Le strategie allora delineate prevedevano innanzitutto l’impegno a costruire un’effettiva alleanza globale per lo sviluppo, nella consapevolezza che solo unendo le forze di tutti gli Stati del mondo fosse possibile ottenere delle sostanziose trasformazioni dei problemi che affliggono le popolazioni del globo. È in particolar modo ai Paesi più ricchi e avanzati che si chiede di adottare politiche economiche volte a favorire le condizioni di sviluppo degli Stati poveri, ad esempio attraverso la riduzione del debito, la cooperazione allo sviluppo, la diffusione dei prodotti farmaceutici, e con diverse altre azioni su vari fronti (8° obiettivo).

Se lo sviluppo è l’obiettivo finale dell’intero programma, occorre però che questo sia sostenibile, ossia che tenga conto della salvaguardia delle condizioni di vita delle future generazioni, non spogliandone anzitempo. L’ambiente è dunque l’oggetto del 7° obiettivo per le sue innegabili connessioni con la vita e la salute dell’uomo. La difesa della biodiversità per preservare foreste, flora e fauna, intesi come beni ambientali artificialmente irriproducibili una volta scomparsi, si affianca alla lotta per frenare o interrompere i cambiamenti climatici innescati dal riscaldamento globale, come varie politiche per far fronte all’inquinamento.

L’impegno globale riguarda anche la salute, ritenuto un diritto inalienabile di ciascun essere umano. Arrestare e invertire la diffusione delle malattie infettive gravi, quali l’AIDS e la malaria (6° obiettivo), migliorare le condizioni di salute delle gestanti riducendo la mortalità materna (5° obiettivo) e infantile nei primi anni di vita (4° obiettivo) sono le principali azioni che ci si propone per innescare il cambiamento in diverse aree del mondo, dove il mancato accesso delle persone a sistemi di salvaguardia della salute costituisce un elemento invalidante ai fini della conduzione di una vita attiva. Sono le donne ad essere state individuate quale motore e moltiplicatore dello sviluppo all’interno delle famiglie e delle comunità di appartenenza.

Oltre a una particolare attenzione nei riguardi della loro salute, si è condiviso l’impegno a fornire alla donna piene opportunità e pari trattamento, cercando di porre fine a una discriminazione di genere vecchia quanto la storia dell’umanità. L’emancipazione della donna passa allora per la garanzia di un pari diritto all’istruzione per maschi e femmine, per un’eguale partecipazione al mondo del lavoro e alla gestione della “cosa pubblica” nei parlamenti nazionali (3° obiettivo).

Lo strumento per assicurare lo sviluppo del pianeta (peraltro nella direzione del miglior sviluppo possibile) è dato dall’istruzione: la garanzia di un’istruzione primaria globale costituisce dunque un obiettivo fondamentale, globalmente condiviso (2° obiettivo).

L’intera ossatura delineata conduce al raggiungimento di condizioni di vita dignitose per ciascun essere umano sul pianeta nella direzione dell’eliminazione della povertà estrema (individuata in chi vive con meno di un dollaro al giorno) e del dimezzamento di chi soffre di malnutrizione (1° obiettivo). Una inutile tragedia quella delle morti per fame, in un mondo che possiede le risorse per soddisfare i bisogni primari di ciascun essere umano. Il riconoscimento da parte di chi detiene la maggioranza di questi beni della giusta necessità di una loro redistribuzione globale non può che essere l’innesco di un cambiamento di quel villaggio chiamato mondo a cui tutti apparteniamo.

Miriam Rossi

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