Anziani, oltre i circoli

L’analisi di un (prete) anziano per gli anziani. Non basta assicurare un posto letto in casa di riposo, occorre organizzare meglio il "benessere” degli anziani

Da un (prete) anziano agli anziani: don Bepi Grosselli, figura molto nota di prete trentino impegnato a lungo nella pastorale sociale, del lavoro, del turismo – che anziano lo è solo per l’anagrafe (la classe è del 1926), battendo per spirito molti colleghi preti di gran lunga più giovani – offre un’analisi e alcune riflessioni sul protagonismo delle persone anziane, a partire da esperienze concrete.

Il salto di qualità nell'attenzione agli anziani, oggi, emerge anche dalle sigle che circolano: dalla centralità delle R.S.A. (Residenze Sanitarie e Assistenziali) si è passati alle A.P.S.P. (Azienda pubblica di servizi alla persona). Traduco il burocratese: non basta assicurare un posto letto nelle cosiddette "Case di Riposo", urge organizzare meglio il "benessere degli anziani" con una riforma che coinvolga tutti, compresi gli anziani stessi.

E’ la storia a imporci un cambio di rotta: il consistente prolungamento di vita (grazie al progresso della medicina, dell'alimentazione e dell'ambiente) e il calo di natalità stanno mutando la geografia delle nostre contrade. Si prevede che, tra qualche decennio, un terzo degli italiani sarà oltre i 65 anni. Gli esperti del settore avranno già visto il "Rapporto sulla vita nell'età avanzata" a cura di Melloni e Trabucchi (Roma 2016) che, partendo dall'analisi della nuova situazione, punta su questa formula: anziano attivo e socialmente utile… no al disarmo, sì a nuovi ruoli sociali (dagli hobbies alle tecnologia, dalla sicurezza personale ai nuovi servizi del pubblico)… con l'obbiettivo dell'anziano protagonista, attivo e in sinergia con la società.

Su questo tema i primi mesi del 2018 sono stati particolarmente vivaci anche da noi. Un medico di Trento, M. Agostini, ha scritto: "Dobbiamo evitare di drammatizzare le diagnosi, per non condizionare il comportamento e la relazione con queste persone, classificandole, prima del dovuto, come inaffidabili o incapaci, togliendo a noi e a loro la possibilità di avere ancora anni di vita soddisfacente e relativamente autonoma". (vedi ACLI Trentine, luglio 2018).

A Trento nel maggio 2018 si è tenuto il convegno "La medicina di base in frontiera, per la sfida dell'invecchiamento e del declino cognitivo". Ha confermato che l'età media avanza anche nel Trentino dove gli over 65 sono 115 mila (un cittadino su cinque) e le donne sono le più longeve d'Italia con quasi 86 anni di aspettativa di vita; perfino i "grandi vecchi" (oltre i 90 anni) sono in crescita, ma crescono anche i fenomeni di depressione e le difficoltà di relazione. Aiutare gli anziani diventa un servizio essenziale: ognuno può dare il proprio contributo per affrontare questa "nuova questione sociale".

Esulta nella tomba don Bonaventura Bassetti ("don Bona") che nel 1973 ebbe dal Vescovo di Trento Alessandro Maria Gottardi l'invito a "fondare il Movimento degli Anziani". Tradusse la consegna in questi termini: "E' auspicabile che nelle parrocchie nascano i Circoli, gruppi di amici, una specie di Oratorio per adulti, dove gli anziani, sostenuti dai giovani, si incontrino per conoscersi, per aiutarsi, per discutere i propri problemi, per individuare i bisogni dei più soli o malati, per andarli a trovare a turno, offrendo loro l'amicizia della quale sentano immenso bisogno". Cominciò dal capoluogo, poi si espanse anche nelle zone: oggi i circoli sono un’ottantina. Bisogna dire che tali iniziative apparivano, ai puritani, come un "laorar sul laorà", ma fermare lo zelo di don Bona non era facile.

Poi si sono mosse le ACLI, il sindacato è anche le istituzioni della politica: si è passati dalla riforma delle Case di riposo alla Riforma generale dell'organizzazione dei servizi per gli anziani. Data storica: 16 novembre 2017, il Consiglio Provinciale approva la legge n. 11 del 2017 chiamata "Riforma del welfare (=benessere) anziani"; tale riforma fissa i principi generali e modifica l'organizzazione dei vari servizi; e istituisce sul territorio lo "Spazio Argento", una specie di ufficio, affidato alla Comunità di valle, con lo scopo di coordinare i vari servizi e mettere assieme le risorse disponibili sia pubbliche che private.

Per cogliere la maturazione avvenuta nelle nostre comunità abbiamo dato un'occhiata ai bollettini parrocchiali degli ultimi mesi (sono circa 130). Ci fermiamo su due in particolare. In quello dell'altopiano di Brentonico (sei parrocchie spalmate sul Baldo) il cronista, non di mestiere, coglie come fatti significativo che la scuola e le associazioni che hanno compreso la centralità del problema anziani.

Scendiamo a valle: la grande unità pastorale di Trento Nord (oltre 17 mila abitanti) nel suo notiziario "Oltre" presenta la cooperativa Sad alla Vela che ha messo a disposizione una co-housing in cui cinque anziani vivono autonomi, hanno un'assistente che fa la spesa e divide per cinque. E altre esperienze si affacciano, ad esempio a Cles e a Tassullo. Interessanti due resoconti. Il primo, "Le tre sedie dell'anziano": una per la società e i suoi servizi; una per le amicizie; una terza per le solitudini dense di pensieri, in vista del proprio bene e di quello degli altri (sul tema aiuta il recente volumetto di don Piero Rattin "Invecchiare bene è un'arte", ed. Vita Trentina). Il secondo è la relazione dell'incontro di varie associazioni, sotto la sigla: "Pronto Pia": una rete di volontariato formato da associazioni e cooperative, singoli cittadini attivi e Comune di Trento che collaborano per dare risposta ai bisogni degli anziani.

Bepi Grosselli

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