Come cambia il giornalismo

Carenze, virtù e problematiche del giornalismo odierno raffrontato a quello dei decenni passati: sono i temi trattati in una recente conferenza a Trento da uno dei maestri del giornalismo italiano, Alberto Sinigaglia, per anni caporedattore delle pagine culturali de “La Stampa”, fondatore negli anni settanta di “Tuttolibri”, oggi docente di giornalismo all'Università di Torino e Presidente dell'Ordine dei giornalisti del Piemonte. L'incontro – organizzato da Nadia Scappini per l'Associazione culturale “Antonio Rosmini” – dopo l'introduzione della presidentessa dell'associazione, Lia de Finis, ha visto il relatore entrare subito nel vivo dell'argomento, con una carrellata di grandi figure del giornalismo del passato: da Carlo Casalegno (ucciso dalle Brigate Rosse nell'autunno del 1977) a Giulio De Benedetti, da Tommaso Besozzi ad Alberto Frassati, che mirava ad un “giornalismo onestissimo”. Un superlativo… di un tempo, ma che oggi bisognerebbe ritrovare.

Dagli anni Novanta, infatti, il giornalismo su carta è molto cambiato: ha dato troppa importanza alla televisione, rincorrendola, privilegiando la gerarchia della grafica a quella delle notizie. Si usano spesso in maniera impropria fotografie e didascalie e l'ossequio alle nuove tecnologie rischia di diventare idolatria. Oggi sui giornali non ci sono quasi più inchieste; anche grazie a ciò, la stampa in genere soffre di una crisi di affidabilità e di leggibilità. Sinigaglia ha quindi sottolineato l'esigenza costante della verifica delle fonti e del rifiuto della disinformazione e dell'inquinamento delle notizie.

Ha poi ricordato come anche le pagine culturali siano cambiate: ora molto spesso alla recensione si sostituisce il lancio del libro. Se nel passato il desiderio di uno scrittore era la recensione sul grande giornale, oggi il maggior desiderio è quello di essere “lanciato” da Fabio Fazio, in una trasmissione culturale simile ad una televendita.

Sono quindi intervenuti Rocco Cerone, della RAI di Trento, che ha sottolineato come ai nostri giorni stia venendo sempre meno la terzietà del giornalismo; e Fabrizio Franchi, Presidente dell'Ordine dei giornalisti del Trentino Alto-Adige, che ha a sua volta rimarcato l'importanza della sobrietà, mentre spesso le nuove tecnologie (twitter, facebook, ecc.) sono usate per una sorta di pseudoinformazione.

È seguito un fitto dibattito; rispondendo a una domanda di Claudio Chiarani, Sinigaglia e Cerone hanno ribadito come per ogni giornalista sia fondamentale l'aggiornamento professionale. Sinigaglia ha concluso auspicando che i giornali, rispetto alle televisioni, riprendano il ruolo informativo e critico di un tempo.

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