Da sola, ma con i volontari

Antonietta è una donna italiana di 60 anni e attualmente risiede in un alloggio protetto. Ha un figlio maggiorenne, che vive con il padre e ha da poco concluso gli studi. In Trentino non ha una rete familiare a cui appoggiarsi o fare riferimento.

I volontari di Caritas conoscono Antonietta nel 2014, e questo rapporto continua nel 2015 quando, finito il

periodo di detenzione, la signora si rivolge al Centro di Ascolto. In questo momento della sua vita, Antonietta

è in una condizione di estrema fragilità: senza lavoro e senza casa, non può contare su relazioni familiari a cui

appoggiarsi, a parte il rapporto con il figlio. Le sue condizioni si aggravano quando, alla fine del 2015, dopo un

intervento chirurgico scopre di avere un tumore ed inizia dei cicli di chemioterapia. Le conseguenti spese per

cure mediche e per i trasporti verso altre strutture sanitarie la spingono a rivolgersi al Centro di Ascolto per

chiedere aiuto, non essendo sufficiente la sua pensione di invalidità di 289 €.

L’intervento a sostegno di Antonietta passa attraverso diversi soggetti: alcune famiglie amiche le offrono ospitalità temporanea, in attesa del suo inserimento in una struttura di accoglienza, il servizio pubblico le fornisce un abbonamento mensile al treno e buoni spesa settimanali, l’ospedale le garantisce il pagamento dei libri di testo

del figlio, la Lega Antitumori la sostiene psicologicamente.

Infine, il Centro di Ascolto le offre ascolto, vicinanza, sostegno umano oltre che materiale. Si offre ad Antonietta

sostegno economico, per garantirle la continuità delle cure mediche ed assicurarle delle condizioni di vita adeguate

per affrontare la sua grave situazione di salute. Le si concedono un recapito postale, accompagnamento e

finanziamento per rinnovare la carta d’identità, erogazioni di vario tipo (carta SIM, pacchi igiene e pacchi viveri, buoni medicinali e buoni viaggio), altri beni particolari come un ventilatore ed i libri per il figlio. Dopo

un anno, potendo contare sulla pensione d’invalidità, Antonietta stessa propone di essere finanziata sotto forma

di prestito, sia per i trasporti che per alcune spese sanitarie (visite specialistiche, occhiali), rimborsabili con gli arretrati INPS. In totale, dall’agosto 2015 ad ottobre 2017 il CedAS svolge 63 colloqui con lei, ai quali vanno aggiunti 5 colloqui nel 2014 del Servizio Carcere.

Il Centro di Ascolto offre anche un sostegno umano che, come ha scritto Antonietta in un biglietto di auguri

di Natale per i volontari che l’hanno accompagnata, le ha permesso di “godere della vostra vicinanza anche nei

periodi più bui e questo non lo dimenticherò mai”.

L’intervento è positivo ed efficace sia sul piano materiale che su quello psicologico e riesce a costruire un rapporto

di fiducia solido: nel tempo Antonietta coinvolge i volontari per le sue reali e gravi condizioni di salute

ma si impegna nella restituzione dei prestiti concessi.

Una storia di relazione positiva ed efficace, poiché è riuscita ad incidere sia sulle condizioni di vita materiali che su quelle psicologiche della persona.

Antonietta, che aveva bisogno di tutto e non poteva contare su nessuno, dopo aver trovato nei volontari un

punto di riferimento, si è sentita rinfrancata e grazie alla vicinanza umana ha potuto affrontare con meno ansia

e preoccupazione la grave situazione in cui si trovava.

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