“La mobilitazione dei giovani è ben motivata”

Venerdì 15 marzo si è svolta la più grande iniziativa studentesca globale in difesa dell’ambiente. Ragazzi e ragazze di tutte le scuole sono scesi nelle piazze di 126 nazioni spinti dall’impegno contro il cambiamento climatico e per la difesa del Pianeta dalla giovanissima attivista svedese Greta Thunberg. A sostegno dell'iniziativa si è pronunciato un gruppo di esperti trentini, con un appello. Tra i firmatari Emanuele Eccel, che lavora al Centro Ricerca e Innnovazione della Fondazione Edmund Mach, occupandosi tra l'altro di divulgazione scientifica.

Perché i giovani protestano? E’ fondato il loro allarme?

La mobilitazione dei giovani è motivata dalla sensazione che quanto sta accadendo al clima terrestre avrà effetti che dovranno essere affrontati, nelle loro manifestazioni, dalle generazioni che seguiranno quella che attualmente detiene il potere decisionale. È una benevola provocazione verso chi si trova oggi nelle condizioni di poter fare scelte politiche a loro beneficio.

Colpisce, nei cortei del 15 marzo, la consapevolezza dei manifestanti. Come si informano?

Le informazioni, affidabili o meno che siano, girano rapidamente oggi. I giovani non leggono (quasi) i quotidiani, ma non significa che per questo siano meno informati. Inoltre, molti giovani mostrano una consapevolezza verso le tematiche globali molto più matura di quanto spesso si afferma.

Migliorare la situazione è una responsabilità degli Stati che hanno firmato l’Accordo di Parigi sul clima, governo italiano compreso. Le comunità locali che ruolo giocano? Quali azioni possono essere intraprese localmente?

Solo con azioni che siano localmente ben visibili si può coinvolgere attivamente la cittadinanza. Si può essere orgogliosi di comportamenti virtuosi che siano propri del comune dove si risiede, o della regione, laddove questi siano innovativi e all'avanguardia. Per esempio, essere primi nella raccolta differenziata ci invoglia ad impegnarci per mantenere questo standard, avere un trasporto pubblico efficiente ci aiuta a lasciare a casa l'auto, vedere moltiplicarsi gli impianti fotovoltaici (che possono essere incentivati anche a livello locale) ci invoglia ad installarli noi stessi.

La protesta dei giovani trentini interpella il governo locale a dare risposta anche alle questioni connesse al cambiamento climatico, come le migrazioni.

Il tema dei "rifugiati ambientali", tra cui quelli "climatici", è un fronte caldo. Sono numeri dell'ordine delle centinaia di milioni attesi nella seconda metà di questo secolo. La minor resilienza delle aree meno sviluppate, che sono anche quelle che manifestano una tendenza all'incremento demografico ancora forte, aumenta enormemente le difficoltà a far fronte a qualsiasi cambiamento dello status quo. Di conseguenza, la pressione migratoria non potrà fare altro che aumentare nei prossimi decenni. Difficile si può pensare di ostacolarla con semplici barriere, fisiche o militari che siano. Una strategia globale, che coinvolga sia i paesi di destinazione, che quelli di partenza, diventerà una scelta irrinunciabile.

“L'azione parte dall'informazione” è uno degli slogan di #FridaysForFuture – Trento. Concorda?

Certamente, purché l'informazione sia corretta. L'approccio quantitativo, che contraddistingue la nostra epoca, spesso è nemico della qualità dell'informazione. Il metodo scientifico, che presuppone la verifica delle fonti di informazione da cui si procede, dovrebbe essere più applicato nella nostra società, a partire dall'educazione scolastica.

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