Ma la violenza non è un destino

Palloncini rossi, magliette, pettorali che invitano a reagire e a essere forti e solidali: una folla colorata e festosa domenica 25 novembre ha lanciato dal Parco delle Albere a Trento un messaggio positivo, di unione e di vicinanza a tutte le vittime di violenza, nella Giornata internazionale dedicata allo sradicamento di qualsiasi pratica di prevaricazione sulle donne. Moltissime donne, ma anche uomini e bambine e bambini, famiglie intere con i passeggini – oltre 1400 persone, la stima dei partecipanti – hanno preso parte alla Wirun Trento 2018, la corsa non competitiva per sensibilizzare sull'argomento e per sostenere l'attività del fondo “La violenza non è un destino” che offre un aiuto concreto per sostenere le donne vittime di violenza nel riprendersi la loro vita. "Tutti dobbiamo impegnarci a far sentire alle donne vittime di violenza che non sono sole", ha detto l'assessora provinciale alla sanità e alla famiglia, Stefania Segnana, ricordando che "contrastare la violenza alle donne è un impegno di tutti".

Qualche giorno prima, giovedì 22, al Castello del Buonconsiglio il convegno “Questo non è amore” organizzato dalla Questura di Trento ha richiamato le cifre di un fenomeno che merita ben più dell’attenzione di una giornata all’anno. Sono oltre 7 milioni le donne oggetto di maltrattamenti in Italia e la media dei cosiddetti “femminicidi” è di 100 all'anno, oltre tutto in costante aumento. Il Trentino non è un’isola, ha ricordato il questore di Trento, Giuseppe Garramone, che, dal primo settembre ad oggi, ha firmato 45 provvedimenti di allontanamento nei confronti di uomini responsabili di maltrattamenti e violenze nei confronti delle donne. “Dati allarmanti – ha evidenziato l’assessora Segnana, presente al convegno insieme al presidente della Provincia Autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, e agli assessori Giulia Zanotelli e Mirko Bisesti – soprattutto per quanto riguarda la violenza domestica”. In Provincia ci sono strutture che affiancano le donne nella denuncia. “Abbiamo bisogno di una rete coesa che operi sul territorio e abbiamo bisogno anche dell’aiuto dei cittadini”.

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