Maratona per la libertà di stampa

Si è aperta il 2 maggio a Trento nel ricordo di Antonio Megalizzi, il giovane universitario trentino aspirante giornalista ucciso in un attentato a Strasburgo nel dicembre dello scorso anno, la maratona per la libertà di stampa che si conclude il 3 a Roma, in occasione della Giornata mondiale (World Press Freedom Day) promossa dall’Unesco, che quest’anno si celebra ad Addis Abeba, in Etiopia. Il tema scelto per le celebrazioni in tutto il mondo è “Media e democrazia. Il ruolo del giornalismo nel racconto delle elezioni al tempo della disinformazione” e ben si attaglia al contesto italiano, in vista anche del voto per il rinnovo del Parlamento europeo, in programma a fine maggio.

In Europa, ha ammonito da Trento Giuseppe Giulietti, presidente del sindacato dei giornalisti italiani Fnsi, aumenta la disinformazione e si moltiplicano i bavagli. E’ urgente perciò che il nuovo Parlamento europeo metta in agenda il tema della libertà di informazione, è il suo appello, accompagnato dall’invito a organizzare in Trentino, entro la fine dell’anno, una iniziativa internazionale sul tema. “Dedico questa giornata ad Antonio e ai giovani come Valeria Solesin e Giulio Regeni che come Antonio erano assetati di conoscenza – ha detto Giulietti guardando i familiari e la fidanzata di Antonio presenti nella sala di rappresentanza di Palazzo Geremia e annunciando la volontà di costituire a breve una Fondazione intitolata ad Antonio Megalizzi, “per continuare a diffondere i valori in cui lui credeva”.

La mattinata, promossa dalla Fnsi insieme ai sindacati dei giornalisti di Trentino Alto Adige, Veneto e Friuli Venezia Giulia e con Articolo21 e Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa, si era aperta con i saluti del sindaco di Trento, Alessandro Andreatta (“La liberta di stampa è una continua conquista”), dell’assessore provinciale Mattia Gottardi (“Pluralismo e verità possono essere raggiunti solo in un contesto libero”) e del presidente dell’Ordine dei giornalisti del Trentino – Alto Adige/Sudtirol, Mauro Keller (“Da noi il rischio è l’autocensura, il tacere su fatti che potrebbero disturbare l’imprenditore che paga le inserzioni pubblicitarie, e preoccupano i tagli all’editoria che per una piccola testata significano posti di lavoro a rischio”), e ha offerto un panorama desolante della libertà di informazione in Italia e nel mondo, a partire dai dati pubblicati di recente da Reporter senza frontiere, richiamati da Nicole Corritore, giornalista dell’Osservatorio Balcani Caucaso Transeuropa (Obct).

Le testimonianze della ricercatrice turca di Obct, Fazila Mat, e della giornalista italiana ma siriana d’origine Asmae Dachan hanno dato respiro internazionale all’evento, introdotte dalla proiezione di un breve estratto del reportage ”Turchia, la più grande prigione deigiornalisti” commentato dall’autrice, la giornalista Antonella Napoli. “In Turchia – ha osservato Napoli – lo Stato di diritto è morto”. “Mai come oggi – ha concordato Fazila Mat – i media e i giornalisti in Turchia sono sotto assedio. Il rapporto di Reporter senza frontiere la mette al 157° posto su 180 Paesi. Non sorprende. La Turchia ha il primato del più alto numero di giornalisti in carcere. Dopo il tentato golpe del 2016 sono stati decimati i media del Paese, 2500 giornalisti sono senza lavoro, altri sotto processo”.

I riflettori sono tornati a rivolgersi sulla scena nazionale con Monica Andolfatto, segretario del sindacato dei giornalisti veneto (“Il giornalista è minacciato perché è una voce scomoda”), Donato Ungaro, giornalista, e Marcella Monni, del Teatro delle Albe di Ravenna – querelati per aver raccontato l’infiltrazione della criminalità organizzata a Brescello, il paese di don Camillo e Peppone -, Claudio Silvestri, giornalista del quotidiano Roma di Napoli (“In Campania ci sono quattro giornalisti sotto scorta, siamo costantemente sotto minaccia; è importante la scorta mediatica che rompe l’isolamento”). Sotto scorta vive il giornalista Paolo Borrometi, presidente dell’associazione Articolo 21. “Nessuno di noi vuole essere un simbolo, la scorta non è un privilegio! Io voglio solo avere la libertà di fare il mio lavoro, che è il più bello del mondo. Vado avanti perché è quello che mi ha detto mia madre quando le dissi delle minacce concrete alla mia vita”, ha detto, concludendo con un invito a tenere gli occhi aperti e la schiena dritta anche in Trentino: “Anche in questa terra ci sono le mafie, ci sono imprenditori che sono molto al di là del confine dell’illegalità”.

Unanime la preoccupazione per gli annunciati tagli al fondo per il pluralismo, che rischiano di spegnere voci preziose del territorio (tra le quali le testate, così come i giornali editi da cooperative e Radio Radicale, che ha trasmesso in diretta l’appuntamento trentino): “I media e i giornalisti sono sotto attacco anche da parte del governo: il taglio al fondo per il pluralismo è un attacco alla democrazia, colpisce le piccole realtà editoriali, le minoranze linguistiche”, se ne è fatto interprete Carlo Muscatello, presidente dell’Associazione stampa Friuli Venezia Giulia. E in chiusura Giulietti ha rilanciato, annunciando che il 14 maggio a Roma si terrà una grande manifestazione “contro tagli e bavagli”, quanto mai necessaria perché “la libertà è come l’aria, ti accorgi che è importante quando manca”, ha detto citando Calamandrei.

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