“Tagli agli aiuti, scelta miope”

Il coordinamento FArete in pressing sul Consiglio provinciale contro il provvedimento bandiera della giunta Fugatti: “Un errore mettere in competizione i bisogni dei più deboli”

Una fiera della cooperazione internazionale per far incontrare le associazioni e le imprese, sul modello dei “caffè d’impresa”, e l’avvio, in tempi rapidi, di un Tavolo di confronto per ridefinire le modalità in cui si attua l’aiuto allo sviluppo diretto dal Trentino ai Paesi impoveriti. E’ il massimo che le organizzazioni di FArete, coordinamento che rappresenta 53 delle oltre 200 associazioni, Onlus e Ong che in provincia si occupano di cooperazione internazionale, ottengono dall’assessore provinciale allo sviluppo economico, ricerca e lavoro, con delega anche in materia di cooperazione allo sviluppo, Achille Spinelli al termine di una mattinata di protesta davanti al palazzo della Regione, martedì 23 luglio. Resta confermata invece la volontà della giunta provinciale di cancellare l’impegno, preso nel 2005 con legge provinciale, a destinare una percentuale dello 0,25 per cento del bilancio provinciale alla cooperazione internazionale (9 milioni di euro nel 2018, a fronte di un bilancio provinciale di 5 miliardi di euro).

Mentre nell’Aula del Consiglio provinciale era in corso la discussione sull’assestamento di bilancio, un centinaio di persone manifestava la preoccupazione per il taglio alle risorse destinate alla cooperazione internazionale, frutto di una visione miope di un Trentino che, rinnegando una storia di apertura ben rappresentata dai moltissimi missionari partiti da qui per l’America latina, l’Africa e l’Asia, si chiude a riccio. “La cooperazione internazionale fa bene al Trentino”, erano lì a ribadire, con al collo le bandiere dei Paesi dove operano le rispettive associazioni di appartenenza, molte delle quali di ispirazione ecclesiale (e in piazza c’erano, pur senza prendere la parola, don Cristiano Bettega, delegato Area Testimonianza e Impegno Sociale, e Roberto Calzà, referente Pastorale Missionaria e delle Migrazioni).

“Si vuole mutilare una legge di cui andiamo fieri – spiega Pierino Martinelli, presidente del coordinamento FArete -, riconosciuta a livello nazionale come una delle più innovative in materia, grazie alla quale è stata data speranza concreta di migliori prospettive di vita a centinaia di migliaia di persone ai quattro angoli del mondo”. Ed è anche più grave, rimarca Martinelli, che lo si faccia “contrapponendo due bisogni altrettanto meritevoli: quelli delle famiglie trentine e quelli di chi nel mondo non gode dei diritti di base, come l’acqua, il cibo, l’istruzione, la salute”.

I numeri della cooperazione internazionale trentina parlano chiaro: nel 2018, 590 mila persone hanno beneficiato dei 135 progetti attivati in 34 Paesi in Africa, Asia, Sud America e Europa, oltre mille volontari hanno donato gratuitamente 74 mila ore del loro tempo, 46 mila cittadini italiani raggiunti grazie ad eventi promossi sul territorio e 36 mila studenti destinatari di percorsi di educazione alla cittadinanza globale, 6 milioni di euro di fondi raccolti, metà da enti pubblici e metà da privati. E’ quanto sono andati a ricordare, mentre il presidio era in corso, alcuni esponenti di FArete al presidente del Consiglio provinciale, Walter Kaswalder, ai capigruppo e ad alcuni consiglieri provinciali, in un incontro nel quale hanno ribadito la contrarietà all’abolizione del vincolo dello 0,25 per cento e al necessità di avere certezze per quanto riguarda le risorse disponibili, presentando anche una serie di proposte di cambiamento all’attuale organizzazione del sistema trentino della cooperazione internazionale, che – questo l’auspicio – potrebbero essere oggetto di miglioramento nella discussione nell’Aula del Consiglio provinciale. Ai consiglieri FArete ha chiesto gradualità e dialogo, proponendo un tavolo di concertazione – dove far sedere a dialogare con la Provincia, oltre a FArete, la Federazione Trentina della Cooperazione, l’Università, il sindacato, le organizzazioni imprenditoriali (artigiani e industriali) -, e ha comunicato l’amarezza di avere perso i finanziamenti 2019, posto che il 21 dicembre 2018 la giunta provinciale ha sospeso i bandi per la presentazione dei progetti di cooperazione allo sviluppo 2019. Si è deciso di togliere il vincolo della percentuale dello 0,25 per cento alla cooperazione internazionale, ha riconosciuto la capogruppo della Lega Mara Dalzocchio: “una scelta politica”, ha rimarcato, ma – ha aggiunto – “nessuno ha mai detto che verrà azzerata l'intera cooperazione internazionale”; Giorgio Leonardi di Forza Italia, da assessore regionale agli aiuti internazionali, ha assicurato che l’impegno c’è, “supportato da un controllo serio sulla qualità dei progetti”. Qualità che c’è sempre stata nei progetti presentati dalle associazioni, hanno osservato gli esponenti della minoranza (in particolare Sara Ferrari, assessora con delega alla cooperazione internazionale nella passata legislatura), parlando della cooperazione e della solidarietà trentina come di “un’eccellenza” (Pietro De Godenz, Upt) e di “clamoroso” e “inaccettabil” passo indietro della giunta Fugatti (così Giorgio Tonini, Pd, e Alex Marini, M5S).

Gradualità e apertura al dialogo FArete è andata a chiedere anche all’assessore Spinelli, che ne ha ricevuto una rappresentanza in una delle salette a fianco della buvette, declinando invece l’invito a scendere in piazza a parlare direttamente con i manifestanti (“Me l’hanno sconsigliato”, ha detto). Una quarantina di minuti di confronto, che sono serviti a FArete per illustrare a Spinelli le proposte concrete del coordinamento per impostare una politica di riorganizzazione delle risorse disponibili che però, per essere un credibile stimolo alla crescita del settore, “deve prevedere misure di accompagnamento e di potenziamento degli attori coinvolti, altrimenti è una penalizzazione”, osserva Martinelli. Ecco perché la richiesta di una gradualità nell’applicazione delle già annunciate modifiche alle risorse disponibili. “Non è pensabile – hanno detto gli esponenti di FArete -, in particolare per le organizzazioni meno strutturate, sviluppare da una giorno all’altro nuove strategie di raccolta fondi, aumentando l’apporto dei privati”.

“In futuro la Provincia – ha risposto l’assessore Spinelli – potrà avere un ruolo di coordinamento per facilitare le condizioni di incontro del mondo delle imprese alla cooperazione allo sviluppo, comprendendone i vantaggi, primo fra tutti quello di una migliore reputazione, condizione oggi estremamente importante per un’azienda”. L’attivazione di incentivi per le aziende che decidono di avviare forme di collaborazione con il no profit, nel quadro di politiche di responsabilità sociale d'impresa, è uno dei punti proposti da FArete che ha solleticato l’assessore. “Vedremo in quali forme potremo intervenire, ci ragioneremo anche con il contributo di idee delle associazioni”. Spinelli ipotizza anche un ripensamento del ruolo del Centro per la cooperazione internazionale, con attività e funzioni definite attraverso un accordo di programma. Però, mette le mani avanti Spinelli, che è l’unico assessore “tecnico”, non eletto, della giunta Fugatti, lui queste ipotesi ora le porterà al vaglio della giunta: “Non ho potuto dire né sì né no. Quello che è certo è che vogliamo cambiare pelle al modo di finanziare la cooperazione allo sviluppo, con un arretramento della risorsa pubblica e un avanzamento della risorsa privata”. Martinelli fa cenni affermativi col capo, ma precisa: “Comprendiamo la scelta di coinvolgere maggiormente le imprese private in questo settore, molte nostre realtà già lo fanno, ma, ripetiamo, va accompagnata da misure che accompagnino le nostre associazioni in questo percorsoe che potenzino le occasioni di collaborazione con il mondo profit: è un programma di legislatura, non si fa da un giorno all’altro”.

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