“Mayr-Nusser, un semplice dipendente…”

Con il suo “no” a Hitler e al nazionalsocialismo offre una testimonianza ancora attuale di cosa significhi essere “un cattolico a tutto tondo”

“Josef Mayr-Nusser era un semplice dipendente di un negozio qui a Bolzano. Un giovane marito e padre. Un membro della San Vincenzo. Uno che, senza una particolare formazione scolastica, ha letto e studiato molto. Uno al quale stava particolarmente a cuore la formazione dei giovani. Uno che era in grado di scrivere testi dal significato profondo. Uno che ha sempre saputo che non si può essere cristiani da soli. Uno che partecipava spesso con i suoi coetanei ai momenti di preghiera organizzati nella chiesetta di San Giovanni in Villa, uno che prendeva parte quotidianamente alla santa messa qui nella sua chiesa parrocchiale, divenuta oggi Duomo di Bolzano. Uno che, più di altri, ha saputo cogliere il carattere disumano e lontano da Dio del nazionalsocialismo. Un cattolico a tutto tondo”.

“Preghiamo Josef Mayr-Nusser che ci aiuti a trovare la perseveranza e la risolutezza di orientare la nostra coscienza costantemente a Dio, e il coraggio civile di seguire fedelmente la nostra coscienza come bussola per la nostra vita. Il rifiuto di prestare il giuramento a Hitler non fu per lui un evento isolato, ma la conseguenza e il frutto della sua vita intera”.

Con queste parole il vescovo di Bolzano-Bressanone Ivo Muser ha ricordato la settimana scorsa la testimonianza di Josef Mayr-Nusser, a settantacinque anni esatti da quel “no” che per molti risuona tuttora come una voce scomoda che non si vorrebbe sentire. È e rimane segno di contraddizione e pietra d’inciampo.

“Un semplice dipendente…”. Una persona comune, non un supereroe. È l’aspetto che inquieta di più chi crede di poter fare di beati e santi dei modelli inarrivabili. Se sono irraggiungibili non serve far lo sforzo camminare sulla loro strada. Ma le beatitudini non sono per pochi eletti, sono per tutti coloro che intendano vivere per davvero ed essere autenticamente felici.

“Uno che, senza una particolare formazione scolastica, ha letto e studiato molto”. Le informazioni, nell’era di Internet, sono disponibili a tutti. Però per coglierne il significato e il tasso di verità occorre fare la fatica dello studio, dell’approfondimento, del confronto e del dialogo.

“Uno che ha sempre saputo che non si può essere cristiani da soli”. La dimensione comunitaria (ovvero ecclesiale) è connaturata all’essere cristiano come lo è – sul piano della partecipazione civile – all’essere cittadino. La stessa lettura e comprensione della Parola può avvenire a livello individuale, ma è nelle interazioni comunitarie che trova conferma e compimento.

“La conseguenza e il frutto della sua vita intera”. È nel quotidiano che si colgono i frammenti di verità, di bellezza, che danno “il coraggio civile di seguire fedelmente la nostra coscienza come bussola per la nostra vita”. È così che Josef “ha saputo cogliere il carattere disumano e lontano da Dio del nazionalsocialismo”. Noi secondo la lancetta di quale bussola orientiamo oggi i nostri passi?

“Un cattolico a tutto tondo”. In un tempo in cui si abusa del concetto di identità cristiano-occidentale, è significativo cogliere gli elementi del “cattolico a tutto tondo”: non l’ostentazione strumentale di simboli, non le chiusure, gli integralismi, i proselitismi, ma l’impegno quotidiano per educare la propria coscienza al Bene (cosa che non porta voti, ma rende beati, felici).

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