Una notte in bianco

Non so quanto San Vigilio abbia gradito anche quest’anno le feste vigiliane, che spesso parlano ed evocano tutt’altro che lui, la sua figura simbolica e il suo impegno nella cultura e nell’evangelizzazione. Mi piacerebbe tanto sapere, soprattutto, il suo parere sulla notte bianca… Non ho niente contro una notte di musica e di festa, anche se personalmente preferisco dormire di notte per lavorare meglio di giorno. La stessa comunità cristiana nella liturgia da secoli propone la sua “notte bianca” con la veglia pasquale… Ma mi chiedo quanto sia educativa per le nuove generazioni e se tocchi proprio all’ente pubblico proporla e sovvenzionarla, specie pensando al tanto, troppo, alcool che del bene proprio non ne fa! Senza scordare porte di case e chiese trasformate in vespasiani maleodoranti.

Mi piacerebbe che accanto a questo tipo di notti bianche si invitasse da parte dei vari gruppi e associazioni di volontariato, confessionali o meno, un altro tipo di notte bianca. Molti già dedicano tempo (giorni e anche notti) ed energie alla comunità, ai più deboli con encomiabile gratuità e disinteresse. Guardo allora a quei genitori che passano la notte in bianco per i loro bambini piccoli; a chi passa la notte in bianco in ospedale come ammalato e per assistere un famigliare. Perché non proporre anche una notte bianca di servizio e di carità, di solidarietà e di condivisione, per sostenere dei genitori affaticati, per stare accanto a un malato o anziano, per dare il cambio, per dare sollievo a chi ha bisogno di una notte di riposo?

Anche quest’anno un bel gruppo di giovani trentini all’inizio di giugno ha fatto la sua notte bianca camminando, in preghiera e ascolto, in canto e fraternità, dopo la Messa in Duomo fino al santuario della Madonna di Pinè. Grazie per questa notte bianca alternativa!

dongi

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