Montagna: dalla cucina a uno stile di vita

Mucche al pascolo
Il Patrimonio Alimentare delle Alpi candidato al riconoscimento UNESCO. Sul sito www.alpfodway.eu è possibile firmare la carta dei principi del progetto e sostenere la candidatura

Otto anni fa, nel novembre del 2010, l’UNESCO riconosceva come Patrimonio Immateriale dell’Umanità la Dieta Mediterranea intesa come molto di più che un semplice insieme di alimenti. Essa è un motore che promuove l’interazione sociale perché un pasto in comune è un’usanza sociale condivisa dall’intera comunità, non soltanto nelle giornate di festa. Alla Dieta Mediterranea sono legate usanze, conoscenze, leggende e racconti e grazie ad essa si tramandano tradizioni e attività tradizionali legate ai mestieri della pesca e dell’agricoltura.

Oggi, proprio su questo modello, sei paesi europei stanno portando avanti l’iscrizione nella stessa prestigiosa lista UNESCO del Patrimonio Alimentare delle Alpi.

Quella delle Alpi è una delle catene montuose più estese del continente europeo, che attraversa la Slovenia, l’Austria, l’Italia, la Svizzera, il Liechtenstein, la Germania e la Francia, per arrivare fino al Principato di Monaco. Un territorio che per altitudine, esposizione solare e caratteristiche del suolo uniche ospita una biodiversità incredibile, arricchita ancor di più dalle attività agricole e pastorali dei popoli che qui vi abitano.

Le comunità alpine, dovendo vivere in queste aree periferiche isolate dai grandi centri e caratterizzate da condizioni climatiche sfavorevoli oltre che da aree agricole di piccole dimensioni, hanno nei secoli attivato strategie di sopravvivenza specifiche come la transumanza, l’uso parsimonioso delle risorse naturali, lo sviluppo di tecniche di conservazione degli alimenti che hanno portato allo sviluppo di uno straordinario patrimonio alimentare alpino. A ben guardare esso è basato sulle comunità e non è limitato dentro a quelle linee di confine disegnate sulle carte geografiche. Il cibo ha creato nel tempo legami forti tra persone molto diverse, ha scritto tradizioni, è stato il motivo del tramandarsi di saperi e cultura. Un filo sottile – che a tratti diventa una solida corda – che unisce e lega milioni di persone di qua e di là dei versanti alpini.

I formaggi d’alpeggio, le verdure, le carni sotto sale e quelle affumicate, tutti gli alimenti a base di carne lavorata per una lunga conservazione, le erbe spontanee, i frutti alpini, le moltissime varietà di pane: sono alcuni tra i più rinomati esempi di piatti che caratterizzano e identificano questa regione.

La sfida più grande di questo ambizioso progetto di candidatura, nato nell’ambito del programma Interreg AlpineSpace, è quella di ottenere il coinvolgimento di cittadini, comunità, istituzioni e imprenditori. Tutti – in effetti – possiamo assumerci e condividere questo compito di salvaguardia e promozione del Patrimonio Alimentare delle Alpi attraverso gesti quotidiani e piccole (o grandi) scelte.

I cittadini possono svolgere il loro compito attraverso il supporto a contadini, artigiani e produttori di cibi alpini ma anche direttamente in cucina con la preparazione di piatti tipici, per trasferire queste conoscenze alle giovani generazioni.

L’impegno degli agricoltori dovrebbe essere quello di continuare la produzione di cibi specifici locali, preservando paesaggi rurali e biodiversità e tramandando con orgoglio le pratiche agricole e di allevamento tradizionali. Ciò conserverà anche la bellezza del paesaggio rurale e la straordinaria ricchezza di forme di vita appartenenti a specie differenti.

Chef e ristoranti potranno contribuire alla promozione del Patrimonio Alimentare Alpino offrendo piatti ispirati alle tradizioni locali, usando ingredienti autentici e rispettandone la stagionalità.

Autorità e istituzioni, invece, dovranno incentivare studi, documentazioni e analisi sul cibo alpino, adottando misure adeguate per proteggere questo patrimonio, sostenendo chi si sforza per preservarlo e promuoverlo.

Attraverso la salvaguardia del Patrimonio Alimentare delle Alpi possiamo veramente essere in grado di garantire la custodia di un’identità, di uno stile di vita, del paesaggio, della biodiversità e di uno sviluppo sostenibile delle montagne sulle quali viviamo.

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