Gran confusione sotto il cielo della politica

La fine ordinata della legislatura tanto auspicata dal presidente Mattarella non sembra verificarsi, anzi la politica sta chiudendo i lavori delle Camere in un clima confuso, reso ancor più pesante dallo scontro elettorale ormai ben avviato.

Renzi ha per la prima volta riconosciuto che il suo partito non è messo bene nelle previsioni elettorali, ma l’ha fatto dipendere dal suo essere il partito di governo e dunque il bersaglio su cui si appuntano tutte le critiche dei delusi. E’ una giustificazione autoconsolatoria che fra l’altro cozza con il gradimento di cui pare investito Gentiloni, che, fino a prova contraria, è anche lui al governo.

Il fatto è che il renzismo è stato travolto dal pasticcio legato alla figura della ministra, ora sottosegretario chiave Maria Elena Boschi. Inutile girarci intorno: quel che è emerso in queste settimane ha convalidato l’immagine di una classe dirigente di stretta marca renziana inadeguata al ruolo a cui è ascesa. Il fatto non è che ci siano state o meno “pressioni” per risolvere in un senso favorevole la crisi di una banca del territorio in cui la ministra era stata eletta, ma che c’è stata una esibizione della propria posizione politica nel gestire contatti con autorità di vigilanza al fine di far presente che si era “interessati” a capire come sarebbe finita una banca nel cui consiglio di amministrazione sedeva il proprio padre (che, guarda caso, veniva anche promosso alla vicepresidenza dopo il successo politico della figlia).

Difficile che questo possa essere seppellito nel dimenticatoio, visto che le opposizioni di ogni colore si daranno da fare perché ciò non avvenga. Il PD non ha una vera strategia per cavarsi da questa situazione, anzi è riuscito a farcisi intrappolare: non può semplicemente dismettere la Boschi, perché equivarrebbe a darla vinta ai suoi critici ed avversari; non può neppure illudersi di trarsi d’impaccio con funambolismi dialettici nell’ interpretare i fatti a proprio beneficio. Dovrebbe avere la forza di mostrare in contemporanea un buon ricambio di classe dirigente pescando fuori del professionismo politico (con più arguzia selettiva di quanto fatto finora) e una rilevante capacità di mettere in campo progetti politici di riforma del sistema fortemente credibili.

Sembra invece che tutto sommato Renzi e i suoi contino semplicemente sull’aiuto involontario che riceveranno dai loro avversari. Certo la capacità di sfondamento dei Cinque Stelle non sembra in crescita, vista anche la erraticità di posizioni dei loro leader e la scarsa credibilità delle loro soluzioni politiche. Chi mai può credere che, anche ammesso che siano il partito più votato (ma in entrambe le Camere!), possano ricevere l’incarico di andare davanti al parlamento come incaricati della formazione del governo per verificare chi è disposto a staccare loro un assegno in bianco senza alcuna contropartita?

Il centrodestra a sua volta sta molto meno bene di quel che sembrerebbe a vedere la somma dei voti che i sondaggi accreditano ai vari partiti che fanno riferimento a quell’area. La divaricazione di posizioni fra Salvini e Berlusconi non è cosa da poco e che si possa ricomporre in maniera fattiva è tutto da dimostrare. La presenza poi di vari partitelli che fanno la quarta e poi la quinta gamba della coalizione non è una immagine rassicurante per un elettorato che è molto critico verso il professionismo politico (né basteranno un po’ di figurine che Berlusconi vuol prendere dalla società civile per riequilibrare la situazione).

Renzi e più di un leader del PD contano di conseguenza in quello che si potrebbe definire il “voto obbligato”: chi non vuol correre rischi né coi grillini, né con Salvini, chi ancora vede Berlusconi come il diavolo, dovrà farsi forza e votare PD nonostante tutte le remore che può avere verso il suo attuale gruppo dirigente (votare Liberi e Uguali non bloccherebbe le destre o M5S).

Ma davvero potrà funzionare così? Oppure finirà che molti si disamoreranno della politica e andranno ad incrementare l’astensionismo? La prospettiva non è certo esaltante. Le fantasie che si fanno su governi di salvezza nazionale comunque confezionati non tengono conto che questi non darebbero una grande immagine del nostro paese in questo delicato frangente.

Per il momento però la situazione è, più o meno, questa.

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