Una politica in bilico

Renzi deve guardarsi da due scadenze, una prevista e prevedibile, cioè l’esito delle amministrative, l’altra che si sperava di evitare, cioè l’impennarsi degli ingressi dei migranti. Il tutto si colloca sulla sfondo di una corrida politica generalizzata che certo non aiuta a prendere decisioni meditate.

L’esito delle amministrative è ancora incerto e per trarre un bilancio bisognerà ovviamente aspettare anche il risultato dei ballottaggi, ovunque quasi inevitabili, ma già il verdetto del primo turno potrà dare qualche indicazione e soprattutto questa volta quel risultato influirà moltissimo sull’esito finale, perché è dai voti che verranno espressi nelle grandi città il 5 giugno che gli aruspici politici e mediatici trarranno la loro lettura del futuro. Col rischio che si tratti di previsioni che si auto avverano nel caso non rispettassero le attese circolanti.

Da questo punto di vista il caso più clamoroso potrebbe essere Napoli. Se davvero la candidata del PD non andasse al ballottaggio con De Magistris, se addirittura come preconizza qualche sondaggio finisse quarta, Renzi e il suo gruppo dirigente non avrebbero di che gioire. Loro infatti si sono infilati in una diatriba locale per dare appoggio a De Luca contro Bassolino impigliandosi in vecchie faide interne, ma soprattutto evitando di prendere una seria posizione quando era diventato evidente che la designazione della Valente alle primarie non era esattamente dipesa dalla libera volontà del popolo. E’ una prima vicenda dalla quale ci saranno da attendersi ripercussioni.

Certo tutto si smorzerebbe nel caso davvero a Roma Giachetti riuscisse, con una rimonta formidabile, ad andare al ballottaggio con la candidata Cinque Stelle. Qui infatti si celebrerebbe il fiuto di Renzi, anche nel caso poi di una perdita del suo candidato al ballottaggio, perché comunque sarebbe un risultato oltre le aspettative dopo le macerie della giunta Marino e del PD romano. Sarebbe uno schiaffo ai D’Alema e compagnia che hanno ironizzato sulla capacità del candidato (che invece una persona seria come Fabrizio Barca ha sostenuto). Se poi Giachetti vincesse al ballottaggio, cosa non impossibile perché vogliamo vedere gli elettori “moderati” che si mettono nelle mani di una grillina che non ha neppure dato prova di gran statura, sarebbe il massimo. Ma persino se Giachetti soccombesse non sarebbe così grave, perché Renzi ne uscirebbe come l’eroe contro cui si sono coalizzate tutte le forze negative, dal grillismo all’estrema destra. Tutt’altra musica se Giachetti non riuscisse ad accedere al ballottaggio.

Milano è l’incognita maggiore. La distanza fra i candidati del centrodestra e del centrosinistra è minima perché sono espressione entrambi dello stesso mondo sospeso fra tecnocrazia e padrinato politico. Anche se non lo ammetteranno mai, i partiti che appartengono ad entrambi gli schieramenti hanno dovuto scommettere sul “papa straniero” e non potranno intestarsi la vittoria: Milano torna ad essere un caso a sé e probabilmente farà pesare questa sua specificità negli equilibri futuri che prima o poi coinvolgeranno anche la stagione della predominanza leghista alla regione Lombardia.

Chiaramente, a seconda di come si posizioneranno i candidati in questa prima tornata e di quanto sarà alto il numero degli astenuti, Renzi potrà affrontare con maggiore o minore forza la prova della gestione della questione della nuova ondata migratoria. Su quel terreno il premier ha bisogno di forzare un sostegno convinto da parte dell’Europa, ma difficilmente gli sarà concesso in misura significativa se i partner avessero l’impressione che si tratta di un leader che non è più saldamente in sella. Altrettanto gli sarà difficile tenere sotto controllo le pulsioni localistiche anti immigrati se apparirà come un premier che ha subito una prima significativa sconfitta nel suo percorso. Non parliamo dell’indebolimento che dovrebbe poi scontare sul fronte della battaglia per il sì al referendum di ottobre.

Ecco perché è corretto parlare di una politica sospesa. Naturalmente solo quando conosceremo con sufficiente esattezza gli esiti della prima e della seconda tornata potremo valutare quanto grave potrà essere questa “sospensione” e se potrà essere riassorbita. Senza escludere naturalmente, perché la politica è sempre imprevedibile, che invece un colpo di fortuna incoroni Renzi vincitore della prima manche del confronto coi suoi avversari.

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