Robot, dal Muse alla Camera

Mentre al Muse di Trento 300 ragazzi e ragazze passavano un’intensa giornata dedicata al “coding” – la programmazione – e alla robotica educativa, mercoledì 6 dicembre a Roma alla Camera erano in discussione alcune mozioni sulle “armi letali completamente autonome”, i cosiddetti “killer robots”, a pochi giorni dal dibattito all’Onu su questi nuovi e controversi sistemi d’arma.

Si chiedeva – con il sostegno della Rete Italiana per il Disarmo, parte della Campagna internazionale “Stop Killer Robots”, – a Parlamento e Governo di porre l’Italia in prima linea nel bandire armamenti che sollevano profondi interrogativi di carattere etico e morale e renderebbero le guerre del futuro ancora più inumane (in proposito, ancora non s’è visto in Italia un novello Chiavacci, capace di indagare con la profondità del teologo la materia). E a prevedere un divieto di sviluppo e commercializzazione di tali sistemi di arma in Italia. Ma, contrario il governo, le mozioni sono state respinte. E’ passato invece un testo con impegni general generici e poco stringenti, che non escludono una partecipazione dell’industria militare italiana a questo tipo di produzioni se bandi non dovessero esserci. Ogni prodotto tecnologico, robot inclusi, è uno strumento, ragionavano intanto al Muse: e occorre chiedersi cosa effettivamente sia, cosa faccia, e come sia possibile sfruttarlo al meglio “avendo però sempre in mente inclusività e benessere”.

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