La scintilla della luce

Attendiamo qualcosa che rompa il silenzio dell’universo, appunto la parola della creazione. Dio, con la sua Parola, fa brillare la scintilla della luce

L’estate è incominciata ed è arrivato anche il caldo. Le giornate di giugno sembrano non finire mai. Fino al tardo pomeriggio il sole inonda case, montagne, campi, strade. Il buio stenta ad arrivare, attardato da un infinito crepuscolo. Dopo poche ore, ecco di nuovo l’alba. Ancora luce, un nuovo giorno. Questa la percezione quotidiana. Sappiamo però che proprio in estate la durata del dì comincia ad accorciarsi inesorabilmente, riducendosi prima piano, poi sempre più velocemente precipitando nell’autunno e quindi nel freddo invernale. Il solstizio d’estate sancisce il passaggio dell’anno. Invita a riflettere sul tempo, sull’inesorabile incedere della nostra vita lungo il corso del fiume dell’esistenza.

È la notte che ci avvolge, non la luce. Notte intesa come spazio vuoto, tempo immemorabile, distanza cosmica, sonno incosciente. Sbocciamo alla vita chiamati, senza volerlo, da genitori che non sanno chi sono in procinto di generare. Dietro di noi secoli e secoli di storia, milioni di anni attraverso ere geologiche. Il nostro presente è fatto invece di brevissimi istanti: la vita ci congeda, mentre non ci accorgiamo neppure di esaurire in un batter d'occhio il nostro tempo a disposizione. Poi, lunghe tenebre. Un futuro altrettanto ignoto.

La stessa esistenza dell'universo rimanda a considerazioni simili. La scienza conosce pochissimo, quasi nulla, del mondo percepibile con i sensi. Annaspa nel buio. Non può dire niente sul perché delle cose, sul significato dell'essere, benché sia ciò che ci interessa di più. Sappiamo con certezza però che l'universo è sterminato, incommensurabile anche solo dalla nostra immaginazione. Sappiamo che una miscela di possibilità infinite ha portato all'inaudito mistero che ci circonda, all'emergere dell'essere dalla sporgenza del nulla. Oppure l'essere è sempre stato.

Sappiamo che la vita è nata in circostanze particolarissime e che la vita intelligente è una eccezione dell'eccezione. Tutto questo però sembra necessario. È una questione di logica: il mondo è così, si è evoluto e non possiamo pensarlo se non come adesso lo percepiamo. Lo stesso vale per noi. Siamo vivi. E non potrebbe essere altrimenti, perché se non fossimo nati, non potremmo fare discorsi di questo genere.

Siamo dunque gettati in questo mondo. Che comunque lasceremo molto presto. Ci avvolgono la notte e il mistero. Questa la sensazione dell'uomo contemporaneo. Tutto ciò, si badi bene, non è frutto di un allontanamento da una prospettiva religiosa quasi che lo spaesamento sperimentato da ognuno di noi sia una nostra colpa. Credo invece che sia giusto confrontarsi con la ricerca della verità sull'universo su cui si fonda la scienza, anche se magari questo confronto può inquietare la fede tradizionale.

In un certo modo, se così si può dire, siamo proprio all'inizio del racconto della creazione come leggiamo nel libro della Genesi: la terra è informe e deserta. Metaforicamente potrebbe voler dire: non capiamo l'universo, il senso della nostra vita, poiché tutto ci appare caotico, indifferenziato, insondabile come le acque primordiali su cui aleggiava lo Spirito. Attendiamo qualcosa che rompa questo silenzio, appunto la parola della creazione. Dio, con la sua Parola, fa brillare la scintilla della luce. Sia la luce! Siano il significato, la positività, la bellezza del mondo!

Non si tratta qui del fischio d'inizio dell'universo dato da un arbitro che poi si è allontanato senza dare alcuna regola alla partita. Se Dio fosse un motore immobile che dà il via al processo evolutivo, dimenticandosi immediatamente di questo mondo, poco ci interesserebbe la sua presenza. Dio invece fa scoccare ad ogni istante il momento in cui scuote le tenebre con la sua luce (che non è quella del sole, dei fotoni o dell'energia oscura). La nebbia che ci circonda è diradata. La luce di Dio sta prima di noi, sta prima dell'universo, ma è stata come immessa in questa realtà altrimenti priva di senso, appunto magmatica e inospitale. Con questa luce tutto cambia, tutto si trasfigura. I miliardi di anni che stanno alle nostre spalle sono un attimo meraviglioso se illuminato da Dio.

Sia la luce! L'essere delle cose, di cui sappiamo così poco, è rischiarato da questa potenza di Dio. Una luce che porta ordine, colore, limite, dove ogni cosa sembra disordinata, buia, contorta. Così per la nostra vita: chiediamo sempre a Dio di illuminarla.

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