I camerieri del Titanic

Luigi Ballerini

Un sogno sull’oceano

San Paolo, 2019

217 p. – € 14,50

Età di lettura: da 12 anni

La storia del Titanic affascina sempre. Più o meno romanzata, l’abbiamo letta e vista al cinema. Abbiamo preso atto delle carte di bordo, dei diari del capitano, dell’equipaggio, dei musicisti, dei passeggeri di prima e di terza classe. La storia del Titanic raccontata dai camerieri del ristorante, però, non è affatto conosciuta. Il loro è stato un punto di vista particolare, anche perché non erano né passeggeri né membri dell’equipaggio, ma dipendenti dell’italiano Luigi Gatti, al tempo noto direttore di importanti ristoranti a Londra che ricoprì questo ruolo anche per il ristorante à la carte del Titanic. Questa versione della vicenda è il centro del romanzo ”Un sogno sull’oceano” (San Paolo) di Luigi Ballerini, che, dopo attenta ricerca storica, ha scritto un libro inventando la storia d’amore del cameriere Italo e la bambinaia Alice, rimanendo, però, fedele ai fatti accaduti e alle persone vere presenti sul Titanic. Il sogno del titolo è quello della brigata del ristorante fatta di giovani professionisti, in gran parte italiani, che hanno superato la rigida selezione di Monsieur Gatti e si sono imbarcati per lavorare, ma soprattutto per affermarsi, per trovare la loro strada, per vivere una vita nuova. Per nessuno di loro, però, era previsto un posto sulle scialuppe di salvataggio e quando l’iceberg ha speronato il transatlantico, sono stati chiusi nel ristorante e lasciati morire insieme al loro sogno.

La capacità narrativa di Luigi Ballerini anche in questo romanzo raggiunge l’alto livello a cui ci ha abituati: le sue descrizioni, scorrevoli e mai troppo lunghe, riescono a coinvolgere ricreando l’atmosfera del tempo e di bordo. Allo stesso modo, anche le situazioni e i dialoghi risultano veri. È un libro che si legge d’un fiato come una cronaca dal ritmo incalzante: il lettore sa cosa sta per succedere, ma non sa come lo vivranno i protagonisti. Il punto di vista del racconto è esterno nei primi tre capitoli quando, fino al giorno prima della partenza, tutti erano ancora a terra. La narrazione, poi, a bordo, prosegue dal punto di vista di Monsieur Gatti e di Italo. Questo crea un alternarsi di vissuti diversi che contribuiscono al senso di verosimiglianza del romanzo.

Leggendo queste pagine non si può non pensare da una parte ai tanti italiani che nel secolo scorso hanno lasciato le loro terre per cercare migliori condizioni di vita all’estero, e, dall’altra ai tanti migranti dei giorni nostri che a un’imbarcazione affidano i loro sogni.

Il libro si conclude con una postfazione dell’autore che spiega come è arrivato a questa storia e, soprattutto, elenca tutti i ragazzi del Riz, ne ricostruisce la storia e ne mantiene viva la memoria. C’è anche la loro foto: in questo modo, non sono rimasti corpi senza nome dispersi nell’oceano. Una storia ben scritta che sa raccontare del passato per far pensare al presente, e che, discretamente, sottende concetti e valori universali nel tempo e nello spazio.

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